Un venerdì da citazione, #8 - Un lettore è un gran sognatore | Blog di letteratura, storia, cultura, teatro

venerdì 31 maggio 2013

Un venerdì da citazione, #8

Buongiornoooooo!!!
Oggi mi sono svegliata con un mal di testa fortissimo :( Poi questo tempo mi ha davvero stancato... Voglio l'ESTATE! Chi è con me alzi la mano :P
Comunque nel post di qualche giorno vi avevo parlato della copia difettata de "Il grande Gatsby"... la Newton Compton dopo un paio di giorni mi ha spedito a casa un'altra copia, ma della collana "I grandi tascabili economici" ^_^ Che siano già andati esauriti quelli a 0.99€? Ad ogni modo, ieri ho finalmente potuto riprendere la lettura! Ringrazio la Newton Compton per la risposta veloce e soprattutto l'invio del libro velocissimo! :)

Ma ora passiamo alla rubrica di oggi! :D

Rubrica settimanale in cui inserirò ogni venerdì una citazione!
Il nome della rubrica l'ho inventato io ^_^
Ovviamente, scrivere anche voi qual è la vostra citazione della settimana; se qualcuna mi colpisce particolarmente la utilizzerò per il venerdì dopo, scrivendo anche chi me l'ha suggerita! 

Ieri ho preso i nuovi Live (ovviamente mi sono messa a controllare le pagine, sembravo una matta!) e stavo leggendo un pò "Aforismi" di Oscar Wilde. La citazione di oggi l'ho presa proprio da lì! E l'avevo letta pure qualche giorno fa in un suo racconto, "Il delitto di Lord Arthur Savile"
"Quanto sono fortunati gli attori! Sta ad essi scegliere se vogliono aver parte nella tragedia o nella commedia, se vogliono soffrire o godere, ridere o spargere lacrime; non così nella vita vissuta. La maggior parte degli uomini e delle donne sono costretti a recitare parti, per le quali non hanno alcuna inclinazione.
Il mondo è un palcoscenico, ma le parti vi sono mal distribuite" [Oscar Wilde]

5 commenti:

  1. Amo Wilde, è sempre cosi saggio!! :)
    Cammy

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  2. Venerdì di citazione, eccomi.
    "Le versioni di se stessi di cui ci si può disfare sono forse infinite? Oppure ce n'è un numero prefissato? E se mi liberassi di una nuova versione di me ogni giorno, o in ogni momento, sarei forse un Buddha?"
    Douglas Coupland, Dio odia il Giappone.

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