Segnalazione: "Johan Cruijff" di Paolo Marcacci e Diego Angelino - Un lettore è un gran sognatore | Blog di letteratura, storia, cultura, teatro

lunedì 27 febbraio 2017

Segnalazione: "Johan Cruijff" di Paolo Marcacci e Diego Angelino

Autore: Paolo Marcacci e Diego Angelino
TitoloJohan Cruijff
Editore: Kennes Publishing 
Pagine: 159
Prezzo: 16,95€

Quanti sono stati i fuoriclasse che nel calcio hanno contrassegnato un'epoca? Pochi, certamente. Ebbene, Johan Cruijff ha fatto di più, perché ha caratterizzato e al tempo stesso rivoluzionato il football dalla fine degli anni Sessanta in poi, come irripetibile campione che, oltre a illuminare il Gioco con un talento smisurato, ha fatto uscire una nazione intera, l'Olanda dei mulini e dei canali, da un semi-dilettantistico anonimato calcistico. In questo libro Paolo Marcacci e Diego Angelino raccontano l'uomo e il calciatore, che una volta smessi gli scarpini e divenuto allenatore, ha ripreso e sviluppato quei concetti che prima aveva incarnato sul terreno di gioco, con le maglie dell'Ajax, del Barcellona e della nazionale olandese, l'Arancia Meccanica dei mondiali del 1974. Senza quelle squadre e senza l'opera del Cruijff allenatore, non sarebbero esistiti il Milan di Sacchi prima e il Barcellona di Guardiola poi! Sullo sfondo, il mondo che cambiava, le varie rivoluzioni sociali e culturali: la Nuova Era, che ebbe, fra le icone massime e più riconoscibili, una compagine di capelloni dal talento adamantino che da un rettangolo di gioco veicolavano un linguaggio nuovo, uno stile, un'Idea. Raccolti attorno al loro profeta, quell'Hendrik Johannes Cruijff che crebbe all'ombra dello stadio De Meer di Amsterdam, per poi diventarne la leggenda. 

È una narrazione calda ed appassionata - che si avvale della prefazione di Giorgio Martino - delle gesta di Cruijff, inquadrate nella cornice di un'epoca irripetibile; l'uomo, il personaggio, il fuoriclasse e infine l'allenatore vengono raccontati alla luce di una serie infinita di aneddoti, ricordi, partite epiche e gesti tecnici memorabili. Dal "villaggio di cemento" di Betondorp, alla periferia di Amsterdam, alla conquista del mondo e del suo calcistico immaginario; nonostante la sconfitta nella finale mondiale del 1974, quando furono i secondi a fare epoca. "L'Arancia meccanica", il calcio totale, le ramblas di Barcellona, il vizio del fumo, l'esperienza americana, la libera morale sessuale. Tutto Cruijff, nell'immortalità del mito.

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