Recensione: "I leoni d'Europa" di Tiziana Silvestrin - Un lettore è un gran sognatore | Blog di letteratura, storia, cultura, teatro

mercoledì 15 giugno 2016

Recensione: "I leoni d'Europa" di Tiziana Silvestrin

Titolo: I leoni d'Europa
Autore: Tiziana Silvestrin

Pagine: 404
Collana: Catrame
Genere: Giallo storico
Prezzo: 13,50€

Mantova 1582. Nella basilica palatina di Santa Barbara lo scozzese James Crichton e Thomas stanno trafugando qualcosa, quando un rumore mette in allarme le guardie. In fuga per le strade della città, si imbattono nel principe Vincenzo Gonzaga e Ippolito Lanzoni. Nel duello, nato apparentemente senza motivo, il principe ferisce lievemente Crichton che morirà di lì a poco nella spezieria di Geniforti.
Per fare chiarezza sull’accaduto e trovare le prove che scagionino il giovane Gonzaga dall’accusa di omicidio, il consigliere ducale Zibramonti affida le indagini a Biagio dell’Orso, affascinante capitano di giustizia.
Il caso è un vero rompicapo: nella basilica sembra non mancare nulla, poco si sa di Crichton e misteriosa appare la sua morte. Sulle tracce del passato dello scozzese, il capitano di giustizia entra nelle maglie di un complotto internazionale e in una ragnatela di personaggi insospettabili e torbide vicende.
Sullo sfondo, l’opulenza della Serenissima,i servizi segreti del Consiglio dei Dieci, spie e cortigiane, la politica dei Gonzaga e gli intrighi di Elisabetta I e del suo consigliere Walsingham.



«Chi era in realtà James Crichton?» Chiese Biagio resistuendo la lettera al segretario. «E cosa era venuto a fare alla corte di Mantova?»
«Ottime domande Biagio» lo Zibramonti sospirò soffiando poi l'aria sui dispacci, quasi volesse farli volare fuori dalla stanza. 
La storia inizia con James Crichton, consigliere del duca di Mantova Guglielmo Gonzaga, che viene ucciso nella notte del 3 luglio 1582 in seguito a uno scontro a spada con Vincenzo Gonzaga, figlio di Guglielmo, e un suo amico poco raccomandabile Ippolito Lanzoni: un colpo di spada di Vincenzo si rivelerà fatale per James. Il duca di Mantova vuole vederci chiaro in questa vicenda e vuole cercare di scagionare il figlio dall'accusa di omicidio: a Biagio dell'Orso, capitano di giustizia, sarà affidato il compito di indagare sul passato di James e su chi fosse davvero lo scozzese. James era molto apprezzato, sopratutto da Guglielmo che lo preferiva al figlio, e aveva doti eccezionali: ma chi era in realtà? Nessuno sembra sapere per quale scopo sia davvero giunto alla corte di Mantova: c'è chi riserva per lui solo belle parole e chi lo ritiene nient'altro che un truffatore. Tiziana Silvestri ci conduce magistralmente non solo nella Mantova del sedicesimo secolo, ma anche in altre città come Milano e Venezia fino ad arrivare a Londra, attraverso le vicende legate alla vita di James Crichton.

Questo romanzo storico è ben strutturato: le ricostruzioni sono molto accurate e, molto spesso, l'autrice si lascia andare a lunghi flashback che ci permettono non solo di conoscere James, ma anche altri personaggi e determinate vicende storiche. Anche quando si narrano fatti che apparentemente non c'entrano nulla con la storia principale, ecco che la Silvestrin riesce a far incastrare tutto perfettamente.
Lo stile è ricercato ma mai noioso e l'autrice abbonda di descrizioni dettagliate che non rallentano la lettura, ma anzi la rendono ancora più interessante perché ti permettono di immaginare di trovarti proprio in quei luoghi. Sia i personaggi primari che quelli secondari sono ben delineati: viene fornito spesso un loro ritratto che consente al lettore di poterli conoscere meglio.
Sicuramente il personaggio che più si apprezza è Biagio dell'Orso: un uomo risoluto e determinato a scoprire i segreti che si nascondono dietro il passato di James. Molto riflessivo, pensa sempre prima di agire e ciò è un bene perché agisce sempre il meglio nella sua lunga ricerca. Un personaggio perfettamente riuscito.  

Biagio dell'Orso, il capitano di giustizia di Mantova, aveva la fama di non amare i compromessi. Non particolarmente socievole, piuttosto taciturno, riusciva a farsi rispettare non solo dai funzionari dei Gonzaga, am anche dalle guardie, di solito parecchie turbolente. Molto stimato a corte [...]. Era un uomo attraente, alto, dalla carnagione scura e con profondi occhi neri.
Tiziana Silvestrin, partendo da fatti realmente accaduti, è riuscita a dar vita a una trama intricata senza perdersi mai: storia e fantasia si mescolano tra di loro, così come personaggi reali e fittizi. Intrighi e complotti religiosi sono gli elementi dominanti: questi sfoceranno in un evento più grande, il conflitto tra Elisabetta I e Mary Stuart. 

L'unica pecca di questo romanzo è la sfumatura del genere: non ha molto di un classico giallo. Sì, ci sono indagini e misteri da scoprire, ma sembra che manchi qualcosa per renderlo un vero e proprio giallo.
Ad ogni modo, vi consiglio assolutamente questo romanzo storico che vi farà immergere tra le strade della Mantova di fine cinquecento.

 VOTO

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