
Oggi inizio a leggere La bastarda degli sforza, ed ho pensato di iniziare a leggerlo proprio con voi scrivendovi le prime righe!
Il prigioniero era accasciato a terra, la schiena contro la pietra grezza della parete, la testa fra le mani. Era un uomo di mezz'età, i cui abiti, nonostante i dieci giorni di dura prigionia e torture, ancora conservavano tracce di eleganza e benessere. Si chiamava Antonio Vismara, maestro armoraro e primo console della Università degli Armonari, la corporazione di artigiani più potente, ricca e rispettata della città.
Gli occhi chiusi, il respiro affannoso, ripercorreva nella sua mente i tratti della sua bellissima moglie bambina, quindici anni compiuti da poco. Con le mani ne accarezzava la pelle di seta, posava le labbra su quelle di lei, profumate di fragole e spezie.
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