Recensione: "Il grande Rudi" di Francesco Vecchi - Un lettore è un gran sognatore | Blog di letteratura, storia, cultura, teatro

martedì 2 maggio 2017

Recensione: "Il grande Rudi" di Francesco Vecchi

Titolo: Il grande Rudi
Autore: Francesco Vecchi
Editore: Leone Editore
Collana: Sàtura
Pagine: 320
Prezzo: 12€


Il pugile Rodolfo Quattrociocche è un personaggio controverso: il pubblico lo ama, ma allo stesso tempo sono in molti a pensare che sia un venduto. Quando sparisce, le numerose ambiguità del suo passato tornano a emergere. A indagare su di lui, la giovane e irascibile Eva Fortis, praticante presso un importante quotidiano sportivo milanese. Per lei, la scomparsa di Quattrociocche diventerà occasione per riflettere sul rapporto con gli uomini, tra tutti con il proprio padre, che Eva riuscirà forse a comprendere solo una volta risolto il mistero sconvolgente che si nasconde dietro al Grande Rudi.


«Te lo ricordi l’incidente di Rodolfo Quattrociocche?»

«Certo.»

«Bene, pare che adesso sia sparito.»
«In che senso sparito?»
«Scomparso. Me l’ha detto stamattina un amico che lavora a Mediaset. Loro ci stavano facendo uno speciale, sai, per quella cosa del ventennale della Dolce Notte. Non si trova più.»


Rodolfo Quattrociocche è un famoso pugile italiano amato tanto quanto odiato. Infatti, viene osannato per l’impresa compiuta a Las Vegas, battendo uno dei pugili più forti del momento, Jason Davis, che lo ha consacrato campione del mondo. A gettare malignità sul suo nome c’è la sconfitta subita durante il match di rivincita, che secondo molti si sarebbe venduto. La giustizia italiana lo dichiara innocente, ma ci sono molte ombre su questa storia.

A creare ancora più scompiglio c’è la sua misteriosa scomparsa che avviene a ridosso del ventennale della sua vittoria. Nessuno ha più notizie del grande Rudi. La moglie pensa che si sia allontano di sua spontanea volontà, il suo agente deve ritrovarlo per non perdere l’accordo con Mediaset per uno speciale a lui dedicato.
L’unica a cui sembra importare davvero è Eva Fortis, giornalista sportiva, che inizia ad indagare sulla scomparsa e sul passato del suo idolo. Ma chi è davvero Rudi? Cosa gli è successo realmente? Eva, grazie alla sua determinatezza, riesce a sciogliere tutti i nodi legati alla vita di questo famoso pugile.

Non mi vergogno di aver perso, né di avere perso in quel modo. Dicono che Jason Davis fosse più forte di me anche quando fu sconfitto? In tal caso, a maggior ragione sono orgoglioso. No, se c’è stato un momento in cui ho perso davvero, non è stato nel maggio del 1994. È stato dopo: è stato quando mi sono lasciato trascinare in questo teatrino che è l’Italia. È stato quando ho tentato di spiegare la mia innocenza a chi non intendeva ascoltarla.

Durante la narrazione, si intrecciano le vite di due personaggi ben delineati, totalmente diversi ma con una cosa in comune. Da una parte c’è uno sportivo, Rodolfo Quattrociocche, che vuole riscattare la sua immagine. Dall’altra c’è la voce narrante, una praticante giornalista sportiva, Eva Fortis. Entrambi devono fare i conti con una vita che non li appaga del tutto.

Eva sogna di diventare una giornalista ma deve prima fare i conti con il pregiudizio della redazione in cui lavora: essendo una donna, non viene vista all’altezza del ruolo che vuole svolgere. Perché si sa, c’è sempre questo assurdo tabù secondo cui le donne non abbiano le carte adatte per parlare di sport.

 Che cosa ci trova di bello una femmina nello sport? Me lo hanno chiesto in tanti. Ci trova questo: che ci si può riconoscere. Lo sport è sempre esagerato.

Con grande forza d’animo e senza sottostare mai alle volontà degli altri, riesce a tracciare una linea ben definita nella sparizione e nella vita di Rudi. Nessuno le affida il caso, è lei stessa che vede questa vicenda quasi come una cosa personale: un po’ per fuggire dalle decisioni importanti e un po’ perché da piccola era l’unico legame che aveva con il padre.
Seguiamo le indagini per ritrovare Rudi attraverso gli occhi di Eva: non solo con dialoghi o descrizioni, ma anche con articoli di giornali, parti di una biografia e video utili al fine di risolvere il caso. E il tutto viene narrato con grande tecnica e abilità, tanto da sembrare di star seguendo davvero un programma televisivo.

Nel corso del romanzo viene affrontato un tema importantissimo. Quando si è una celebrità, tra l’essere e l’apparire c’è una grande differenza e non sempre le due figure combaciano. A creare l’immagine di un personaggio pubblico non è tanto la persona in sé, ma ciò che gli altri dicono e scrivono. A volte, bastano parole o gesti mal interpretati o, peggio ancora, interpretati a proprio piacimento, per condannare una determinata persona. E Rudi è un uomo che cerca di riscattare la sua immagine denigrata dalle accuse. È come se ci fossero due personalità diverse, una composta da Rodolfo Quattrociocche e l’altra dal grande Rudi. E, purtroppo, capita che bisogna accettare anche la parte di sé che non si vorrebbe per poter realizzare qualcosa non per il proprio bene, ma per quello degli altri.

Un romanzo che porta a riflettere in più di un’occasione senza pesantezza.


Che la dolce notte fosse autentica o no era diventato irrilevante: non era quella la sua eredità ma ciò che sarebbe riuscito a farci. 


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