Oggi ospito sul blog una tappa dedicata al
blogtour di L’ultimo spartano di Matteo
Bruno, edito Leone Editore. Pronti a scoprire qualcosa di più sui personaggi
del romanzo?
PERSONAGGI
A cura dell'autore
Questa
è la storia di un mercenario, di un re e di una donna baciata dagli dei.
Così recita la prima riga de L’Ultimo
Spartano, riassumendo i tre personaggi principali del romanzo.
Il mercenario in questione è il protagonista
assoluto della vicenda. Si chiama Filocrate
di Megalopoli e l’intero libro è narrato per sua bocca, come se, a distanza
di molti anni e ormai anziano, appuntasse su un papiro le proprie memorie. Nei
primi capitoli Filocrate è un giovane privo di ideali e con pochi scrupoli, costretto
dagli eventi a combattere per sopravvivere nelle fila degli opliti greci
assoldati dai Persiani. Tuttavia, mano a mano che la vicenda s’inoltra verso
l’epilogo, il lettore si troverà di fronte ad un personaggio del tutto nuovo.
Filocrate infatti conoscerà l’amore di una donna, l’affetto di una famiglia e
il calore di una Patria, cambiando radicalmente sia nel carattere che
nell’umore.
Filocrate è un personaggio volutamente ambiguo.
Da un lato sa essere equilibrato nelle scelte e ponderato nelle decisioni,
dall’altro è determinato e crudele, specie in battaglia, e sa come farsi
rispettare e temere dai nemici. Non è un individuo che definiremmo di animo
buono. È, piuttosto, figlio dei suoi tempi. Noi contemporanei siamo abituati a
pensare all’Antica Grecia come ad un periodo di fiorente prosperità artistica,
letteraria e culturale. Ciò è senz’altro vero. Ma i secoli della Grecia
classica ed ellenistica furono anche costellati da guerre feroci e lotte
continue, tempi in cui molto spesso le leggi soccombevano alla brutalità della
spada e in cui la vita quotidiana di molti era una dura lotta per la
sopravvivenza; tempi in cui dovevano senza dubbio esserci molti uomini della
risma di Filocrate.
Il re citato in precedenza è invece Re Agide III di Sparta, dei tre
personaggi principali l’unico ad essere realmente esistito. Re Agide non è
famoso tanto quanto il suo predecessore Leonida (che non era suo avo diretto,
in quanto i due discendevano da dinastie differenti), tuttavia lo storico
Diodoro Siculo nella sua Bibiotheca
Historica lo annovera tra i più grandi regnanti di tutti i tempi. Tale
fama, che nel mondo antico era ben maggiore di quella di cui gode oggi, è
dovuta essenzialmente al gesto compiuto durante la decisiva battaglia di
Megalopoli, che costituisce l’atto finale del mio romanzo (dunque non andate a
vedere su internet cos’è accaduto, aspettate invece di leggere L’Ultimo Spartano..!).
Agide, per come lo dipingo, è un personaggio
certamente rude, ma a suo modo gentile e introverso. Tra lui e Filocrate ci
sarà fin da subito un’innata empatia, e solo proseguendo nella lettura se ne
scoprirà il motivo.
La “donna baciata dagli dei” è invece Astiage, principale personaggio
femminile del libro. Astiage è una donna spartana dalla forte tempra, triste e
sfortunata poiché avvilita da un matrimonio infelice e da una sorte nefasta che
gli ha impedito di crescere i due figli messi al mondo (entrambi non
perfettamente sani, e dunque soppressi, secondo le implacabili leggi spartane).
Astiage possiede però il dono degli dei. Sa cogliere i segni che gli Immortali
mandano sulla terra, prevedendo il futuro. È una donna sola che si affeziona
immediatamente a Filocrate, conducendolo a poco a poco nel suo mondo fatto di
misteriosi riti perpetrati all’interno di un’umida grotta, di formule magiche e
di ambigui responsi. Astiage sarà decisiva in un momento di grave pericolo vissuto
dallo stesso Filocrate e tra i due scoppierà una passione ardente che
stravolgerà loro la vita.
Attorno ai tre personaggi già citati, nel libro
ne compaiono ovviamente tantissimi altri. Nominarli ad uno ad uno sarebbe
impossibile, però non posso non parlare del “cattivissimo” del romanzo, la cui
palma spetta senz’altro a Deuxippo,
feroce guerriero spartano, marito di Astiage e ostile fin da subito a Filocrate.
C’è poi Megabizio, mercenario e
compagno d’arme di Filocrate in Asia, il cui ruolo si chiarirà a poco a poco. E
ancora: Corrago, subdolo schiavo
ilota, Eudamida, gentile fratello di
Re Agide, appassionato conoscitore di miti e leggende, Praxias, cavaliere persiano che, nonostante un’iniziale diffidenza
dovuta essenzialmente alle diverse estrazioni culturali, diverrà amico fidato
del protagonista. Per non parlare di Gorgo,
splendida e affascinante ancella di Artemide (di natura umana o divina?, si chiederà di lei Filocrate), che tra i
molti gioielli indossa l’Aspide d’Oro, un anello incantato che conferisce agli
eventi un tocco di fascino fantasy.
Oltre a questi, altri ancora. Sia di realtà che
di fantasia. Ne citerò soltanto altri due, entrambi reali: il vecchio Antipatro, reggente del regno di
Macedonia mentre Alessandro era impegnato in Asia, che accorrerà con un
esercito a Megalopoli per affrontare le forze “ribelli” radunate da Agide, e
l’oratore ateniese Demostene,
implacabile nemico sia di Alessandro che di suo padre Filippo (celebri le sue Filippiche, ficcanti invettive rivolte
al tiranno macedone).
Come sempre, attraverso le parole dei personaggi
sopracitati, ho cercato di rendere gli umori dell’epoca, i timori e le speranze
degli uomini e delle donne che vissero eventi dal loro punto di vista
senz’altro epocali. Alcuni di loro ebbero la precisa percezione di star vivendo
la fine di un ciclo storico, soprattutto gli spartani, tra le fila dei quali i
più avveduti percepivano che quella cui stavano andando incontro a Megalopoli
sarebbe stata la loro ultima battaglia.
Chi, tra loro, sarebbe stato l’ultimo spartano?
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