STABAT MATER
di
Antonio Tarantino
con
Maria Paiato
regia
Giuseppe Marini
scene
Alessandro Chiti
costumi
Helga Williams
musiche
originali Paolo Coletta
disegno
luci Javier Delle Monache
Nel
testo di Antonio Tarantino, Maria Paiato, sola in scena, è Maria Croce, ragazza
madre, ex prostituta, ultima degli ultimi, nel corpo, nei sentimenti, nella
lingua. Diretto da Giuseppe Marini, Stabat
Mater è un accidentato e originale percorso linguistico nel quale il comico
si affaccia sull’orrore dell’esistere.
Lo Stabat Mater è una preghiera del XIII Secolo attribuita a
Jacopone da Todi. Antonio Tarantino ne prende a prestito il nome, la figura
della Madre e la tematica del dolore.
L’autore si è proposto il compito di rendere attuale una figura epica
come la Madre del Cristo, per trasferirla sulle rive della realtà e del tempo
presente. La Madre di Tarantino è una ragazza-madre prostituta. Il padre di
quel figlio che lei attende è sposato
con un’altra. Il figlio che è stato generato, sul quale riponeva grandi
speranze, viene arrestato in quanto terrorista. Entrano quindi in scena altri
personaggi: la signora Trabucco, funzionaria dell’Assistenza sociale, Don Aldo,
prete eppure uomo, soggetto ancora a reazioni perdutamente umane, il dottor
Ponzio (Ponzio Pilato), che è il fautore dell’arresto del figlio e il Dottor
Caraffa (Caifa), colui che imprigiona e condanna il figlio.
“Oratorio per voce sola”, recita il sottotitolo del testo: è la Madre,
sola in scena, che si strugge d’attesa, sia di avere notizie del figlio sia
della figura dissoluta e traditrice del padre. Sul palco, Maria Paiato, già
protagonista di alcuni storici allestimenti di Luca Ronconi al Piccolo Teatro,
tra cui Celestina e Santa Giovanna dei Macelli.
Lo Stabat Mater di Tarantino mischia l’italiano con sporcature
dialettali e gergali, facendone la lingua dei reietti, dei diseredati. Sul
degrado e sulla miseria, però, regna, resiste e vince la figura della Madre.
Per quanto possa essere sofferente e posta ai piedi di una Croce immersa nella
periferia popolare, resta sopra qualunque perdita, anche quella della propria
dignità. La scrittura d’autore di Antonio Tarantino è costruita intorno ad un
linguaggio gergale e ricercato insieme. Le sue storie traggono ispirazione
talvolta classiche e religiose, talvolta politiche, sempre fortemente etiche.
INFO
Dal 13 al 18 febbraio 2017
al Teatro Studio Melato | Via Rivoli, 6, 20121 Milano
Orari: martedì, giovedì e sabato ore 19.30; mercoledì e venerdì ore 20.30; domenica ore 16.
Prezzi: platea 33 euro, balconata 26 euro
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