SENZA
ESCLUSIONE DI COLPI
di
Pietro Brambati
Leone Editore
234 pagine | 11,90€
Il senatore Talamo e l’onorevole Cossi vengono
uccisi il primo in un cimitero, il secondo in una casa di appuntamenti dedicata
all’alta società. Inizialmente la pista da seguire sembra quella dell’azione
anarchica, ma un oscuro presentimento suggerisce al commissario Romeo che la
direzione giusta è un’altra. Le indagini lo porteranno a scoprire un traffico
illecito di droga e di congegni elettronici gestito da Alfred Corso, un italo
albanese che riesce a svolgere i propri affari grazie alle tangenti elargite a politici
e a uomini dei Servizi. Mettendo a repentaglio la sua stessa vita e quella
della sua compagna Giuliana Lamberti, Romeo combatterà una battaglia senza
esclusione di colpi, nonostante sia consapevole che alla fine il potere vince
sempre.
«Questi due delitti presentano molti lati oscuri, e ho la netta sensazione che stiano tentando di attribuirli a qualche misteriosa e non ben definita setta anarchica rivoluzionaria. Inoltre, ho il sospetto che qualcuno stia facendo un gioco sporco, forse per aiutare o favorire qualcun altro. E io intendo scoprire chi e perché.»
Milano viene sconvolta dall’omicidio di due
esponenti importanti della politica. Prima viene rinvenuto il cadavere del
senatore Talamo in un cimitero; poco dopo viene ritrovato morto l’onorevole
Cossi. Le indagini vengono inizialmente affidate al commissario Romeo che,
però, inizia sin da subito a intuire che c’è qualcosa che non va. Infatti, l’atteggiamento
del procuratore Neri fa insospettire Romeo, che decide di agire con molta
cautela per arrivare alla verità.
Indagando senza sosta, viene a scoprire che
dietro queste due morti c’è un traffico illegale di armi e di droga che ha il
benestare di personaggi politici. Ma c’è anche chi si pente e vorrebbe denunciare
tutto, non facendo i conti che chi è dietro questo giro illecito non si fa
scrupoli a mettere a tacere chi vuole parlare. È quello che succede al senatore
Talamo che, in procinto di confessare ogni cosa con una lettera, viene ucciso. E
alla sua morte seguirà non solo quella dell’onorevole, ma anche quella di altre
persone coinvolte.
Romeo intraprende una vera e propria lotta alla
giustizia, con l’intento di smascherare chi è corrotto. Ed è una lotta
solitaria, perché Romeo si rende conto che questo caso coinvolge molte più
persone di quante creda, che non può contare su tutti perché molti si rivelano
suoi nemici. Con un’indagine meticolosa, il commissario riesce a mettere
insieme tutti i tasselli.
«Non esageriamo, commissario. […] Il nostro compito, in certe situazioni, è quello di mitigare, non di provocare. Del resto, non crede anche lei che il potere, da qualsiasi parte provenga, sia in fondo necessario e utile?»
Il commissario Romeo è caratterialmente ben
delineato: appare come un uomo che tiene al suo lavoro, molto coraggioso e
astuto. Non si lascia ingannare facilmente e rischia tutto pur di arrivare a
una svolta positiva del caso: incarna il classico prototipo di commissario.
Intorno a lui si muovono molti altri personaggi, poco caratterizzati ma
comunque importanti ai fini della storia, che a loro modo catturano l’attenzione
del lettore.
L’autore ha saputo creare una trama molto coinvolgente, caratterizzata da uno stile semplice e lineare che travolge il lettore in questa fitta rete di intrighi politici. L’indagine si svolge in modo così meticoloso e preciso che sembra che sia lo stesso lettore a condurla: ciò dà alla storia una maggiore credibilità, tanto da renderla quasi reale. E si sa che, purtroppo, il mondo politico non è così incorruttibile…
Pietro Brambati è uno di quegli autori che vi
consiglio di leggere in questo autunno: una storia perfetta in cui immergersi
in questi primi freddi autunnali.
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