Anteprima: "A Milano si muore così" e "Io non ci sto" di Adele Marini - Un lettore è un gran sognatore | Blog di letteratura, storia, cultura, teatro

martedì 14 ottobre 2014

Anteprima: "A Milano si muore così" e "Io non ci sto" di Adele Marini

Domani in libreria uscirà un nuovo romanzo di Adele Marini, vincitrice del premio PREMIO AZZECCAGARBUGLI al ROMANZO POLIZIESCO 2014 con il suo romanzo A Milano si muore così (Fratelli Frilli Editore). 
Il romanzo vincitore del premio è tratto da una storia: infatti l'autrice si è occupata di cronaca nera per 40anni e ha come obiettivo quello di raccontare e svelare i sistemi di potere che si sono insinuati al nord attraverso la 'ndrangheta con il ricatto e la ricettazione. 









Pagine: 352
Prezzo: 14,90€ 
Collana: Noir
 
Per le vie di Milano si aggira una belva scatenata, tale “Nicu ‘U
Buccèri”, un killer professionista che la gente di malavita considera un
“cane sciolto” della ‘Ndrangheta. In realtà ”’U Buccèri” ha un compito preciso e per portarlo a termine non si preoccupa del numero di cadaveri che si lascia alle spalle. ‘U Buccèri è furbo ed estremamente pericoloso. Eppure, nonostante si guardi costantemente le spalle, non si accorge di essere seguito da una strana figura femminile che arriva dritta dal suo passato e vuole vendetta. Assegnato alle indagini su quella che ha i contorni della strage familiare, il commissario Vincenzo
Marino della Mobile di Milano si trova ben presto al centro
di un intrigo che sa di criminalità organizzata. Circondato dall’ostilità dei colleghi, è costretto a muoversi su un terreno reso insidioso dall’inspiegabile immobilismo del magistrato inquirente e soprattutto dal sospetto, niente affatto campato per aria, che nella sua Divisione, nella sua stessa squadra, siano infiltrati fiancheggiatori delle
organizzazioni criminali: “talpe” che, dall’interno delle Istituzioni, si adoperano per favorire i traffici della Mafia più potente di tutte, la ’Ndrangheta. 
A poco a poco, fra abbagli, depistaggi e lotte sotterranee fra le procure che vorrebbero assicurarsi la titolarità delle indagini, tutte le tessere del puzzle vanno a posto disegnando il terrificante arazzo di una Milano segreta in cui si intrecciano affari sporchi, massoneria mafiosa, omicidi su commissione e complicità insospettabili.




Il romanzo che uscirà domani, invece, si intitola Io non ci sto.

Pagine: 288
Prezzo: 18,00€
Collana: Indies

1992, annus horribilis della nostra storia repubblicana, insanguinato dalle stragi mafiose. Una nobildonna napoletana, Costanza Filomena Albani di Sansevero, moglie di un diplomatico belga accreditato presso la Santa Sede, vive con profondo scontento una vita sentimentalmente arida. Per dare un senso alla propria esistenza, gestisce con un’amica una piccola bottega di antichità religiose nel cuore di Roma. Un pomeriggio entra uno strano cliente che acquista un’icona russa “autentica” pretendendo di pagarla in contanti. Il cliente torna presto a trovarla, la circuisce con abilità e finisce per soggiogarla. Prende il via una strana relazione, basata esclusivamente sul sesso, che per Costanza si rivela quasi subito un biglietto di sola andata per un mondo che le è del tutto estraneo, fatto di illeciti finanziari, di incontri ravvicinati con il terrorismo internazionale e di misteriosi plichi passati di mano. Fra i tanti compiti che l’amante impone a Costanza c’è quello di servirsi
delle sue credenziali diplomatiche per operare su conti cifrati presso lo Ior, la banca vaticana il cui accesso è consentito a pochi. Tenuta costantemente al guinzaglio dal suo persecutore, la nobildonna contrabbanda valuta e informazioni riservate, ma quando intuisce che la vita dei suoi due figli piccoli è in pericolo, fa l’unica mossa che le è consentita: mette al sicuro le agende su cui ha annotato ogni cosa giorno per giorno… Vent’anni più tardi, nell’Italia delle stragi, dei fascicoli secretati e dei processi senza colpevoli, lo stesso oscuro personaggio che ha guidato Costanza verso la rovina torna allo scoperto, ma solo perché i suoi passi si incrociano con quelli del commissario della squadra mobile di Milano, Vincenzo Marino.
 
 


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