Recensione: "Il nemico che gioca con i nomi" di Paolo Negro - Un lettore è un gran sognatore | Blog di letteratura, storia, cultura, teatro

lunedì 10 aprile 2017

Recensione: "Il nemico che gioca con i nomi" di Paolo Negro

Buon lunedì a tutti lettori sognatori! Finalmente riesco a pubblicare questa recensione. Ne ho molte in arretrato ma non trovavo mai un attimo per scriverle… e ora, rimediamo subito! Per iniziare bene la settimana, vi parlo di un thriller che mi ha colpito in positivo. 

Titolo: Il nemico che gioca con i nomi
Autore: Paolo Negro

Editore: Imprimatur
Pagine: 368
Prezzo: 17€

Il 28 giugno, due fratelli nati a Rosazza, sperduto paese delle prealpi biellesi, perdono la vita. Tutti e due precipitano per cento metri. Tutti e due, nello stesso giorno e alla stessa ora, ma in luoghi lontani tra loro migliaia di chilometri: Assuan e New York.
Ufficialmente tutto viene frettolosamente spiegato come «un drammatico gioco del destino» e non ci sono indagini approfondite né in Egitto, né negli Stati Uniti. C’è solo silenzio, un silenzio ostinato. Null’altro. Anche le perplessità sollevate da John Demichelis, il funzionario dell’ambasciata italiana di Washington incaricato di accompagnare il feretro di uno dei due fratelli in Italia, cadono inesorabilmente nel vuoto.
Eppure è proprio lui a non arrendersi. Sospetto dopo sospetto, è l’unico a cercare qualche risposta inseguendo, quelle che appaiono come ombre e invece sono frammenti di storia vera. Tra Stati Uniti e Italia, in un continuo intreccio di nuove informazioni, iniziano così a dipanarsi i fili di una trama che agita passato e presente, vecchia massoneria e nuovo terrorismo.
Perché i due fratelli morti sono soltanto le ultime vittime di una lunga guerra sotterranea mai finita.
Perché i nomi degli assassini e le loro bandiere sono cambiati nel tempo, ma mai il vero progetto di cui sono stati solo uno strumento.
Perché un filo rosso sangue sembra legare tutto da oltre un secolo: a partire dai tempi in cui Napoleone aderì in Egitto alla loggia Isis, sino ad arrivare, dopo una girandola di nomi e sigle di morte che hanno attraversato interi decenni, al nuovo terrorismo dell’Isis.
Perché con il nome attraverso cui tutto è iniziato, con quel nome tutto ora deve compiersi.
Perché l’ultima battaglia contro chi ha disegnato un Nuovo ordine mondiale è ormai iniziata. Sotto gli occhi di tutti.



«Proprio il 28 giugno?» [..] Strizzò gli occhi prima di alzarsi di scatto allungando la mano verso il mouse. Se ricordava bene la differenza di fuso orario tra Stati Uniti ed Egitto, mentre a New York Francesco Allevi si gettava dalla terrazza alle 12.50, in quello stesso momento dovevano essere le 19.50 ad Assuan. Esattamente l’ora in cui anche Guido Allevi moriva.

Quando riceve l’incarico di riportare la bara di un suicida, Francesco Allevi, in Italia, pur non rientrando tra i suoi compiti, John Demichelis accetta vedendola come un’opportunità di poter ritornare nel suo Paese. Ma il funzionario dell’ambasciata italiana di Washington ben presto si rende conto di un piccolo particolare. Il fratello di Francesco, Guido, è morto alla stessa ora ad Assuan, in Egitto. Che sia un caso, John poco ci credo, bravo con i numeri e a calcolare statistiche e probabilità. Cosa c’è dietro tutto questo?
Grazie all’aiuto di Natalie, avvocato in carriera e donna molto determinata, riuscirà a mettere al loro posto i tasselli di quello che è un gioco molto più grande di lui e che trova le sue radici molto tempo addietro. Non solo lei, ma anche Lidia, cugina delle vittime, svolgerà un ruolo importante in questa vicenda, perché consente di indagare sul passato di Francesco e Guido. La morte dei due fratelli non è accidentale e John, scelto come sacrificabile, è coinvolto suo malgrado.


«Corre­rà molti rischi, è vero, ma avrà almeno una possibilità di farcela. Se lascia adesso, invece, può già sin d’ora essere certo che sarà solo lui a pagare e senza neppure saperne il perché. Di questo puoi esserne certa. Man­son, quelli come il tuo amico, li ha sempre chiama­ti i sacrificabili. Ne voleva sempre uno, e lo sceglieva personalmente, in ogni cosa “a rischio” che faceva e, soprattutto, non considerava ancora conclusa».

Dopo un avvio lento, Paolo Negro riesce a dar corpo a una storia ricca di suspense. Poche pagine e si entra subito nel vivo dell’azione. Da quando John sale sull’aereo diretto a Rosazza, un paesino sulle Prealpi biellesi, non c’è un attimo di respiro perché saremo concentrati con lui a scoprire cosa sta davvero accadendo. Infatti, quello che può sembrare un semplice paese, in realtà nasconde molto di più. 
Paolo Negro ci parla di un Nuovo Ordine Mondiale, rifacendosi alla massoneria, al rito di Memphis e a quello di Misraim. E qui l’autore fa vedere come il suo lavoro sia frutto di un’accurata ricerca. Dà spiegazioni dettagliate man mano che si scoprono nuovi elementi, per non lasciare il lettore con punti interrogativi. C’è tutto un filo che ricollega Napoleone, l’antico Egitto, l’Italia e l’Isis. Addirittura si arriva a parlare di uno spartito diGuido d’Arezzo.
Non pensate che siano tutti elementi messi a caso, perché il puzzle ha pezzi in apparenza difficili da ricomporre che poi si rivelerà più semplice di quanto si credeva.

«Lo scarabeo disegnato sul biglietto del suicida... Tu non potevi riconoscerlo, ma è quello di Thutmose III, il faraone del Nuovo Regno che governò l’Egitto settant’anni prima di Tutankhamon. Ne sono certo. È stato il simbolo della loggia Isis ai tempi di napoleone e ora è quello del Gran Maestro della loggia di New York».
Con un linguaggio ricercato ma non pesante, Paolo Negro ci fa addentrare in questa storia. Il suo è uno stile descrittivo che consente di poter immaginare lo svolgersi della vicenda in ogni minimo dettaglio. D’altronde, la trama è ricca di segni e simboli, elementi importanti per lo svolgersi dei fatti.

Se cercate un thriller che ruota attorno a una teoria complottista interessante, non potete perdervi Il nemico che gioca con i nomi.




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