UOMINI E NO
di Michele Santeramo
tratto dal romanzo
“Uomini e no” di Elio Vittorini
regia Carmelo Rifici
scene Paolo Di Benedetto
luci Claudio De Pace
costumi Margherita Baldoni, musiche Zeno
Gabaglio
Carmelo Rifici dirige Uomini
e no, uno spettacolo di Michele Santeramo, tratto dal romanzo di Elio
Vittorini, pubblicato nel 1945. La prima produzione della stagione 2017/2018,
firmata Piccolo Teatro, vede in scena, nell’arena del Teatro Studio,
scenograficamente tagliata da un tram d’epoca, una compagnia di attori che
hanno la stessa età dei giovani che, nel libro, attraversano Milano tra la
primavera e l’autunno del 1944. Uomini e no racconta le vicende di un
gruppo di partigiani impegnati in una serie di azioni di contrasto
all’occupazione nazifascista della città.
I protagonisti di Uomini
e no sono ragazzi intorno ai vent’anni, scaraventati nella tragedia della
guerra civile, in un mondo reso profondamente caotico dal conflitto. Eppure,
incredibilmente, gli eventi tragici da cui sono travolti regalano a quei
giovani una sorta di stupore.
“I venticinquenni di oggi – si domanda Carmelo Rifici
- hanno quello stesso stupore? Volevo che recuperassero un elemento
immaginifico, antico, scaturito da una realtà storica che dovrebbe ancora
toccarci. Vittorini ci aiuta a riscoprire una sorta di meraviglia, nell’amore,
nell’amicizia, nei rapporti umani, che apparteneva a un’epoca così complessa
come la prima metà del Novecento ma che oggi è inesorabilmente andata perduta”.
“Eravamo interessati a un testo che parlasse di
Milano”, continua il regista. “Mi sembrava che il tram fosse un segno forte di
Milano. Il testo di Vittorini è bello quando trasforma la topografia milanese
in una città metafisica, con piazze, strade, luoghi che risultano metaforici,
simbolici, trascendentali… Così abbiamo ricreato un tram ‘metafisico’, diviso a
metà per rappresentare la ferita di una Milano colpita, tagliata in due”.
Racconta il
drammaturgo, Michele Santeramo: “riscrivere per il teatro questo romanzo è
significato attraversarlo, spinto dalla volontà di cercare ogni spunto in cui
tenerezza e ingenuità venissero fuori con forza. La tenerezza e l’ingenuità di
ragazzi che devono vivere i loro sentimenti ancora acerbi eppure così pieni e
densi, dentro un contesto che è quello delle strade occupate e della morte a
ogni angolo”. E aggiunge: “C’è un tema che mi è sembrato essenziale: questi
personaggi tentano tutti di imboccare una strada che li metta in una condizione
di felicità, che almeno in prospettiva li porti a quella condizione. Lo fanno
muovendosi in gruppi, pianificando azioni comuni, come se la felicità potesse essere
un traguardo da raggiungere insieme. Ma accanto a questo, Enne 2 e tutti sanno,
ciascuno nel profondo di sé, che quel traguardo lo si raggiunge da soli.
Ciascuno per sé”.
All’uscita del romanzo Elio Vittorini fu oggetto di
forti critiche, a partire dal titolo stesso che sembrava dividere le due parti
coinvolte nel conflitto in ‘umana’ e ‘disumana’. In realtà l’opera di
Vittorini, tutt’altro che banalmente manichea, è complessa, a tratti ambigua, e
perciò estremamente attuale.
“Il testo “, conclude Rifici, “ha il dono di mostrare
il contagio della violenza, malattia che ammorba entrambe le fazioni nella
direzione di una pericolosa somiglianza. Oggi è molto difficile rintracciare
contrapposizioni ideologiche tanto estreme: purtroppo quel germe di indifferenziazione
cui allude Vittorini è esploso in tutta la sua evidenza”.
INFO
Dal 24 ottobre al 19 novembre 2017
al Teatro Studio Melato | Via Rivoli, 6, 20121 Milano
Orari: martedì, giovedì e sabato ore 19.30; mercoledì e venerdì ore 20.30
(salvo mercoledì 15 novembre: ore 15, pomeridiana per le scuole, e 20.30);
domenica ore 16.
Lunedì riposo; mercoledì 1 novembre riposo.
Prezzi: platea 33 euro, balconata 26 euro
Informazioni
e prenotazioni 0242411889 - www.piccoloteatro.org
Nessun commento:
Posta un commento