MITI E DELITTI
13 metamorfosi. 13 autori. 13
storie
a cura di Andrea Del Castello
Prefazione di Romano De Marco
Lupi Editore
292 pagine | 13€
Poesia latina e letteratura gialla. È questo il binomio ideato per
la raccolta di racconti Miti e delitti (Lupi Editore, 290 pp.) che sarà
presentata in anteprima domenica 7 luglio alle ore 17 nel chiostro
dell’Annunziata nell’ambito della manifestazione AB Wine.
L’insolito accostamento mira a unire passato e presente in un
progetto editoriale ideato da Jacopo Lupi e curato da Andrea Del Castello.
Dopo l’esperienza positiva del festival Giallovidio nel 2018,
nasce ora una vera e propria collana della Lupi Editore. Il progetto
Giallovidio vuole dare continuità alle pubblicazioni “mystery” che allo stesso
tempo rivolgono uno sguardo alla letteratura classica o in generale alla storia
e alle peculiarità del territorio.
Oltre alla prefazione di Romano De Marco, uno degli autori più
affermati del panorama italiano contemporaneo, la raccolta ospita 13 racconti
di 13 scrittori che hanno rivisitato in chiave thriller e moderna i 13 miti
delle Metamorfosi di Ovidio che nel 2017 Alessandro Monticelli e Claudio Pagone
hanno rappresentato mediante un’istallazione artistica tra le arcate
dell’acquedotto medioevale di Sulmona.
Due racconti di questa raccolta sono proprio ambientati a Sulmona.
Ci sono autori abruzzesi e autori di altre regioni, quali Emilia Romagna,
Toscana, Marche, Molise e Campania.
Come afferma Del Castello nell’introduzione, l’ordine dei racconti
si snoda lungo un percorso che a grandi linee parte dallo stile tipico del
giallo contemporaneo (Marilù Oliva, Annavera Viva), e attraverso le penne della
scrittura professionista (Daniela Casciola, Paolo Di Vincenzo), passando per
nuove e più dure voci della narrativa (lo stesso Del Castello, Walter Miraldi,
Jøn Mirko, Alessandra Cotoloni, Sara Ferri), arriva all’aulismo degli esperti
della materia ovidiana (Simone Lupi, Raffaele Giannantonio) e delle poetesse
prestate alla prosa (Michela Di Gregorio Zitella, Imma Telesforo).
“Si tratta di un percorso” scrive il curatore “che ci riporta
idealmente alla poesia, la forma originaria delle Metamorfosi, come a chiudere
un ciclo che comincia e finisce con il poeta di Sulmona, come a dimostrare che
si vuole tornare a Ovidio, ma con uno sguardo costante al presente e al futuro”.
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