DIREZIONE LAURENTINA
scritto da Veronica Liberale
diretto da Pietro de Silva
Con Fatima Ali, Emanuele Cecconi, Antonia di Francesco,
Simone Giacinti, Veronica Liberale, Francesca Pausilli, Francesca Piersante
Fermata della metro B, Policlinico: l'ultima corsa sta per passare e tutti sono impazienti di raggiungere il luogo desiderato. C'è un ambulante afghano dal nome impronunciabile (Simone Giacinti) che propone canzoni in un italiano tutt'altro che perfetto e pretende soldi in cambio. C'è una guardia giurata, Manolo (Emanuele Cecconi) con manie di protagonismo solo perché possiede una pistola e che si avvale del diritto di offendere l'altro solo perché "diverso" ai suoi occhi. Poi troviamo una giovane ragazza incinta, Immacolata (Francesca Pausilli) senza un compagno ma con una madre, Teresa (Antonia Di Francesco) che puntualmente le ricorda che questa gravidanza non è la cosa più giusta al momento. E poi c'è una bellissima donna, Benedetta (Veronica Liberale) vestita con un abito elegante di ritorno da una festa con amici che, invece di prendere il taxi, decide proprio quella sera di prendere la metro.
Immacolata improvvisamente si sente male e tutti i presenti intervengono per aiutarla. Ma proprio in quel momento passa l'ultima metro della giornata, i cancelli si chiudono e nessuno si accorge di loro. A peggiorare la situazione c'è un nubifragio che si abbatte improvvisamente sulla Capitale e lo sciopero dei mezzi di 24 ore indetto proprio per il giorno dopo.
Una situazione così assurda, tragicomica e incredibile che però darà una gran lezione di vita a ogni personaggio.
Direzione Laurentina racchiude in sé personaggi che hanno vite diverse ma che rispecchiano varie personalità che ogni giorno possiamo incontrare nella metro.
Lo spettacolo rappresenta uno quadro preciso e dettagliato di ciò che è la società contemporanea. Una società, purtroppo, egocentrica e individualista, che si ferma troppo spesso alle apparenze. Quando giudichiamo il prossimo dobbiamo pensare di non essere gli unici ad avere un passato difficile, ma che anche chi abbiamo di fronte potrebbe avere ferite ancora aperte che faticano a rimarginarsi.
Ed ecco che Benedetta può sembrare la classica ragazza benestante che non deve preoccuparsi di nulla perché sicuramente ha molti soldi e un bell'attico in città. O l'ambulante un immigrato che è venuto in Italia per "rubare il lavoro agli italiani". O ancora Manolo, un ragazzo spocchioso e sicuro di sé; Imma una persona immatura rimasta incinta a causa di una leggerezza; Teresa una madre oppressiva che non avrebbe mai voluto essere madre. Ma tutti loro nascondono un passato che non li rende più così tanto lontani.
Ogni personaggio è così ben delineato e realistico che ci sembra non di star vedendo uno spettacolo teatrale, ma di essere realmente su quella banchina della metro. E questo è tutto merito degli attori, che con la loro bravura riescono a dare al proprio personaggio quello spessore che serve a renderlo plausibile, convincente.
Nota di merito anche a Fatima Alì e Francesca Piersante, che si alternano nell'interpretazione di un personaggio chiave di cui però non voglio svelarvi nulla.
Si ride tanto, ma si riflette anche molto. Un applauso a Veronica Liberale che ha saputo dar vita a un testo tutt'altro che banale, ma pieno di spunti di riflessioni. Abituati a una vita in cui si è sempre di corsa, in cui si pensa più a se stessi che agli altri, dovremo fermarci un attimo e riflettere. Può un treno perso essere un'opportunità?
Direzione Laurentina ci insegna che sì, un treno perso non sempre è una cosa negativa.
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