Recensione: Inverno di morte di Meghan Holloway [Review Tour] - Un lettore è un gran sognatore | Blog di letteratura, storia, cultura, teatro

martedì 6 aprile 2021

Recensione: Inverno di morte di Meghan Holloway [Review Tour]



Inverno di morte
di Meghan Holloway
Leone Editore 
344 pagine | 15,90€

Dopo la morte dei nonni che l’hanno cresciuta, Evelyn arriva a Raven’s Gap, con tutta la sua vita contenuta in una valigia e uno zaino. Per anni, ad Atlanta, è stata vittima di stalking, esperienza che l’ha segnata profondamente, e adesso vuole solo ricominciare una vita serena, in una piccola città dove la gente non sembra avere altro problema che affrontare il gelido inverno nevoso del Montana. Eppure, poco dopo l’arrivo di Evelyn, le donne della città cominciano a sparire senza lasciar traccia. Evelyn è certa che c’entri Jeff, un uomo che sembra ossessionato da lei; ma, proprio come le è successo ad Atlanta, nessuno le crede. Adesso Evelyn si trova nel mirino di un serial killer a caccia della preda perfetta. Ma questa volta non ha intenzione di diventare una vittima.




Il rumore di passi alle mie spalle mi indusse a voltarmi, ma non vidi nessuno. Mi fermai, scrutando le ombre a entrambi i lati della strada. Ripresi a camminare più lentamente per osservarmi intorno. Sentii di nuovo il suo attutito di passi e mi bloccai. Mi inginocchiai, fingendo di allacciarmi uno stivale. I passi si fermarono con me e, quando gettai un'occhiata di nascosto attraverso i miei capelli, non vidi altro che la strada deserta. La paura mi travolse, frantumando la sensazione di pace che avevo lottato per ricostruire negli ultimi cinque anni. 

La cosa peggiore per una vittima di stalking è non essere creduta. Essere seguita, pedinata e non avere più la tranquillità di essere al sicuro in nessun posto è ciò che ogni donna non vorrebbe mai le succedesse.  
Ma è proprio ciò che capita alla protagonista del libro, Evelyn, che si ritrova per ben due volte vittima dell'ossessione di un uomo. Costretta a scappare da Atlanta per sfuggire a un suo grande incubo, Evelyn trova lavoro a Raven's Gap e si trasferisce lì. Qui vorrebbe cominciare una nuova vita, lasciarsi il passato alle spalle... ma non sa che, proprio quel terribile passato, le si sta per ripresentare di nuovo. E stavolta ha un nome diverso.
Gli incubi tornano a tormentarla, e Evelyn torna a non sentirsi di nuovo sicura ed è convinta che chi che le sta dietro sia proprio quell'uomo bellissimo che incrocia ogni volta, Jeff. 
Quella tranquillità ormai perduta che sperava di ritrovare proprio in quella cittadina, è quindi per Evelyn un miraggio: quando iniziano a sparire donne del posto e poi ritrovate morte, ad Evelyn viene ogni volta recapitato un messaggio. 
A Raven's Gap la storia di Evelyn si incrocia con quella di Hector, poliziotto che da ben quindici anni è alla ricerca della verità e di una risposta sulla scomparsa della moglie e della figlia. 
Hanno qualcosa in comune tutte queste sparizioni? E cosa vuole da Evelyn questo presunto serial killer? 


Dopo un inizio un po' lento, in cui si racconta l'arrivo di Evelyn a Raven's Gap, si entra pian piano nel vivo degli eventi e i ritmi accellerano. 
L'autrice ci narra la storia con un linguaggio scorrevole e uno stile molto descrittivo, che rendono il thriller ancora più realistico. Ogni capitolo è preceduto da citazioni o frasi che riportano tristi dati, quelli relativi a donne native scomparse negli ultimi anni. Sono brevissimi paragrafi introduttivi la cui scelta è molto azzeccata, perché ti permettono di addentrarti ancora di più nella storia e di alimentare ancora più quel senso di angoscia che si percepisce leggendo. 
Unico, piccolo difetto, a parer mio, è parte del finale. Mi sarei forse aspettata qualche chiarimento in più. Ma, ad ogni modo, nulla che interferisca con la lettura! 

La storia ci viene narrata da ben tre punti di vista diversi: vediamo i fatti attraverso gli occhi di Evelyn e attraverso quelli di Hector e di Jeff. Il cambiamento di narrazione ci consente di conoscere quindi non solo Evelyn e i suoi pensieri, ma anche quelli dei due uomini coinvolti. 

Era difficilissimo per me non guardare con sospetto alle persone. Agli uomini. Anche dopo tanti anni, al solo ricordo lo stomaco mi si contraeva in un nodo stretto e duro. Il sorriso insistente, lo sguardo indiscreto, le scuse per attaccare bottone. 

Evelyn è una donna che ha sofferto molto prima di trasferirsi da Atlanta. Oltre a dover sopportare le attenzioni continue di un uomo che la segue ovunque, deve anche sopportare il fatto di non essere creduta dalla polizia. Perché Chad, il suo stalker, è un bravo ragazzo per gli altri. Un uomo che, non avendo compiuto azioni violente, non ha colpe.  
Evelyn si dimostra più di una volta una donna coraggiosa, nonostante la grande paura che la divora: ogni movimento, ogni rumore è per lei segno di pericolo. Nonostante ciò, capisce che è arrivato il momento di reagire e di non essere più lei la preda. 
A Raven's Gap ha la fortuna di incontrare una donna altrettanto forte, Faye.

Hector è un uomo in apparenza duro, ma nasconde il realtà un grandissimo dolore che non andrà mai via. Ha sempre fatto prevalere l'egoismo, finché non gli viene portato via quanto di più caro ha. Capisce così realmente cosa era davvero importante, rimpiange i suoi comportamenti a volte troppo irruenti e vive ormai per cercare risposte. Non si arrende mai, nonostante tutta la cittadina sia convinta che sia lui l'assassino della moglie e della figlia. Hector ha un nome ben preciso in testa ed è disposto a qualunque cosa pur di incastrarlo. 

Jeff ci viene presentato sin da subito come un uomo affascinante, ma in lui c'è qualcosa di inquietante. Meghan Holloway è riuscita a dipingere perfettamente un uomo ossessionato, trasmettendo al lettore quella giusta dose di ansia che rende Inverno di morte un thriller al cardiopalma. Ogni capitolo dedicato a Jeff è breve e ben scandito, e leggendo è impossibile non sentire dei brividi. E ciò ti porterà a guardarti bene le spalle. La sua ossessione per le rose è agghiacciante, ed è proprio questo fiore, in un certo modo, il filo conduttore di tutto la storia. 

Le rose sono tanto belle, ma attenzione alle loro spine che potrebbero pungere...

Una rosa ha sempre delle spine. Sapevo che era nella sua natura e non avevo mai reciso quei rovi. Accettavo ugualmente il sangue e i boccioli. Ci vuole pazienza per coltivare le rose. Non sbocciano subito. Le rose richiedono tempo e fatica, costanza e tenerezza. Non si può metter loro fretta. Evelyn non era pronta. Non ancora. 




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