Recensione: "Il serenissimo. Ovvero, l'inatteso fascino della mediocrità" di Biagio Iacovelli - Un lettore è un gran sognatore | Blog di letteratura, storia, cultura, teatro

giovedì 22 luglio 2021

Recensione: "Il serenissimo. Ovvero, l'inatteso fascino della mediocrità" di Biagio Iacovelli




Il serenissimo
di Biagio Iacovelli
Rogas Edizioni
132 pagine | 6,99€ formato ebook - 13,70€ formato cartaceo  

Nell'immaginario stato di Litaija, un giornalista, Autore, mette assieme i pezzi del puzzle che è la vita di Serge Mathievz, la massima carica dello Stato. Autore ripercorre i passi del Serenissimo: ogni capitolo è una «intervista» ad una delle figure che hanno incrociato la propria vita con quella del Serenissimo, in un medley di linguaggi narrativi. Interviste che lo porteranno a una realtà molto lontana da quello che aveva immaginato. Il Serenissimo è un breve romanzo drammatico che si srotola sorridendo, prendendosi in giro e attraversando continue situazioni grottesche, senza mai dimenticare la serietà di ciò che racconta. Prefazione di Moni Ovadia. 


 
Dopo Antropozoologie, Biagio Iacovelli si riaffaccia al panorama letterario con il suo secondo romanzo, Il serenissimo. Ovvero, l'inatteso fascino della mediocrità. 

La Mediocrazia è qui con Voi! Anno 0 dell’Avvento! Serge Mathievz, il Serenissimo, diventa la guida assoluta della nostra nazione, unica Mano a cui aggrapparsi e a cui delegare il peso delle nostre vite. […] Lui! L’unico, l’altissimo, che ha compreso l’inadeguatezza dell’essere umano dinanzi alla vita! L’unico ad aver capito la frustrazione dell’essere umano, impegnato nella ricerca di una singolarità, di un proprio posto nel mondo, che, essenzialmente, non esiste: l’uomo deve arrendersi alla propria inutilità e rassegnarsi alla Serenità! 

Questo breve romanzo è raccontato in prima persona da colui che si fa definire l’Autore, il cui intento è quello di riuscire a fare un quadro quanto più dettagliato della personalità di Serge Mathievz, chiamato il Serenissimo, che ha dato vita a uno stato mediocratico ed è a capo dell’immaginaria Litaija. 
Come è arrivato a diventare la massima autorità dello Stato? E chi è davvero Serge Mathievz? 
Con queste domande, l’Autore ci conduce attraverso questa sua indagine e ci riporta interviste da lui personalmente fatte, stralci di diari e di lettere che ci aiutano a comprendere meglio questa figura. Ne verrà fuori che Serge Mathievz altro non è stato che un ragazzino senza grandi doti, che non spiccava per alcuna qualità se non quella di riuscire a sfruttare i più deboli. 
Ed è proprio da tutto ciò che dà via al suo regime, la Mediocrazia: il suo scopo è che tutti siano uguali tra loro, che nessuno abbia una determinata spiccata caratteristica che lo contraddistingua dagli altri. Quando vengono meno questi concetti, ecco che l’uomo vive più felice nella sua mediocrità. 

Il viaggio dell’Autore parte dalla città che ha dato i natali a Serge, Latarank, a Sud del Paese. Ogni singolo personaggio che incontra aiuta a ricostruire la figura del Serenissimo: dai suoi vicini di casa, i signori Cascè, che lo hanno conosciuto sin da piccolo e che possono dare di lui una prima descrizione, a colui che lo ha aiutato e avviato a questa teoria della mediocrità, il professor Zvehrev, passando per la donna che lo ha quasi allontanato da queste teorie al suo amico d’infanzia, Wilhem Tonek, un emigrato deriso da tutti. 
L’Autore ha anche a che fare con la resistenza, chiamata le PIPPE, che ritiene che l’uomo non debba annullarsi, ma anzi combattere per la libertà di pensiero. E fanno ciò diffondendo opuscoli, litigando sui social con gli oppositori, e… leggendo. 

Con uno stile ironico, Biagio Iacovelli ci presenta una realtà che poco si discosta da quella in cui viviamo e nella quale tutti i personaggi incontrati possono incarnare un qualunque individuo reale.
Il Serenissimo. Ovvero, l'inatteso fascino della mediocrità altro non è altro che una pungente critica al sistema attuale: nonostante la sua brevità, riesce a regalare ai lettori molti spunti di riflessione. 
Infatti, leggendo questo breve romanzo ci rendiamo conto, pagina dopo pagina, che ciò che illustra Biagio Iacovelli non è altro che un triste quadro di quella che è la nostra società attuale: al giorno d’oggi è quasi come se nessuno riuscisse più ad alzare la testa e farsi valere, preferendo piuttosto abbassare la testa rinunciando ai propri sogni. Ed è ciò che fanno gli abitanti di questo regime, si accontentano del ruolo che gli viene assegnato sin da bambini e sono felici così. Senza pensieri propri, senza obiettivi da raggiungere. 

Perché le PIPPE pensano di combattere il sistema leggendo? Perché il primo passo per avere una propria idea e sviluppare un proprio pensiero è proprio quello di aprire la mente con la lettura. Biagio Iacovelli dimostra di saper alternare la narrazione tra registi linguistici diversi, presentandoci a volte discorsi riportati in un dialetto regionale immaginario. 

A rendere la storia ancora più interessante, sono le illustrazioni di Eleonora Iacovelli, che ad ogni inizio capitolo consentono di rendere ancora più vivida e reale ciò che sta per essere raccontata.   

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