Recensione: "Oltre la siepe" di Barbara Abel - Un lettore è un gran sognatore | Blog di letteratura, storia, cultura, teatro

mercoledì 15 giugno 2022

Recensione: "Oltre la siepe" di Barbara Abel



Oltre la siepe
di Barbara Abel
Leone Editore
304 pagine | 15,90€ 

Sylvain e Tiphaine, David e Laetitia sono amici da sempre. I quattro trascorrono insieme quasi ogni giorno, dato che le loro case sono separate soltanto da una siepe, e i loro figli – Maxime e Milo, sei anni – sono inseparabili. Ma l’idillio è destinato a infrangersi quando Laetitia vede Maxime, il figlio di Tiphaine, che si sporge pericolosamente dalla finestra. Pochi ma preziosi secondi persi a capire cosa fare e, quando Laetitia corre ad avvisare Tiphaine, è troppo tardi. Maxime è caduto ed è morto sul colpo. Laetitia avrebbe potuto salvare il bambino? Sylvain e Tiphaine la ritengono responsabile? Laetitia inizia a temere che i vicini stiano meditando vendetta e, presto, si ritrova ossessionata dall’idea che vogliano uccidere Milo. Ma la spirale di paranoia in cui si lascia trascinare rischia di travolgere anche suo marito e suo figlio.




«Perché piangi, mamma?» Con il dorso della mano, Laetitia si asciugò le lacrime che le inondavano le guance. Sapeva già che Milo si sarebbe ripreso difficilmente dall'assenza di Maxime. E che quel giorno, verso le 14.00. era suonata a morte la campana di un tempo ormai andato per sempre: quello dei giorni felici.  

Barbara Abel ritorna nel panorama italiano letterario con un nuovo thriller familiare, Oltre la siepe, dal quale è stato tratto anche un film, Doppio sospetto, diretto da Olivier Masset-Depasse che ha dichiarato di voler fare un remake del suo film con Jessica Chastain e Anne Hathaway. 

Sylvain e Tiphaine, David e Laetitia sono due coppie di vicini che instaurano un bel rapporto fino a diventare amici inseparabili. Tutti e quattro hanno avuto un passato difficile e hanno sofferto molto. Ma ora quei tristi momenti sembrano solo un ricordo molto lontano: ora finalmente hanno dalla vita tutto ciò che desiderano, e anche le due gravidanze arrivano a poca distanza l’una dall’altra. Così Milo e Maxime, i loro due figli, crescono quasi come due fratelli. 
Questa serenità che c’è tra le due famiglie è però destinata a durare poco. Laetitia vede dal suo giardino Maxime che si sporge in modo rischioso dalla finestra, prova a intervenire ma non riesce ad avvisare in tempo Tiphaine perché il piccolo cade. 
Dalla morte di Maxime, le cose cambiano. Gli amici in un primo momento si allontanano, poi provano a ricucire i rapporti ma qualcosa si è ormai spezzato. E in mezzo c’è Milo, un piccolo innocente che si ritrova a dover sopportare non solo la perdita di un suo amico molto stretto, ma anche i deliri e i litigi degli adulti che lo circondano. 

Barbara Abel, ancora una volta, dimostra di saper tratteggiare accuratamente il lato oscuro della famiglia, pur portandoli a volte all'estremo. Inizialmente le due coppie si confondono, ma poi pian piano iniziano ad essere delineate meglio. 
Tiphaine e Laetitia sono due donne diverse tra loro, ma tanto unite.
Due madri che mettono al primo posto i rispettivi figli. La morte di Maxime rompe ogni equilibrio, non solo creando una crepa irreparabile in quell'amicizia che sembrava poter essere eterna ma anche nella psiche delle due donne, che vengono messe a dura prova. 
 Da una parte c'è Tiphaine. Una madre che si tormenta, che cerca un colpevole e che lo ritrova nella sua amica, rea di non essere riuscita a soccorrere in tempo il suo amato bambino. Ma in realtà il suo è solo un modo per scappare dalle sue vere colpe, perché poi prova a riavvicinarsi all'amica. Anche se, la perdita del suo Maxime la porta a non pensare sempre con lucidità. 
 Dall'altro lato c'è Laetitia. Una madre che sa che non avrebbe potuto fare più di quanto ha provato a fare per il figlio dell’amica, e che ora vuole proteggere solo il suo bambino da quelle che secondo lei sono manie ossessive di Tiphaine che soffre e che ora vuole vendicarsi in qualche modo. In più di un'occasione ci si chiede se Tiphaine voglia davvero vendetta o se è Laetitia quella che esagera. Perché Barbara Abel è brava a non creare un confine netto tra vittima e colpevole, quindi spesso i due ruoli si confondono. Ed è difficile stabilire quando inizia il delirio dell'una o dell'altra madre. 
Le paure e le fragilità delle due donne vengono mostrate senza filtri, così come anche le imperfezioni che caratterizzano ogni coppia. 

La penna di Barbara Abel costruisce una trama interessante con un finale che, seppur in parte prevedibile, è sconvolgente e drammatico al punto giusto. 
Unico neo di questo thriller è il ritmo narrativo, e questa pecca l’avevo già riscontrata nei suoi precedenti libri. L'inizio risulta essere lento, per via delle molte descrizioni dei luoghi e di come è nata l'amicizia tra i quattro. Andando avanti nella narrazione, il ritmo inizia a velocizzarsi ma in alcuni punti rallenta. Ad ogni modo, lo stile fluido dell'autrice favorisce una lettura abbastanza veloce. 

Così come in La bambina nel bosco e in Morte apparente, anche in Oltre la siepe emerge la visione che una famiglia, per quanto in apparenza possa sembrare perfetta, in realtà può nascondere terribili segreti. E Barbara Abel 

Oltre la siepe è un thriller psicologico che consiglio a chi cerca una storia di drammi familiari e di amicizie pericolose. Una storia che ben esplora le relazioni umane e dimostra quanto esse possano essere fragili e quanto il dolore possa far destabilizzare una persona. 

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