Eccoci con il secondo post dedicato alla Giornata della Memoria!
Speravo di pubblicarlo prima ma sono stata in giro tutto il giorno...sono tornata a casa poco fa, sono esausta!
In questo secondo post vi presenterò alcuni libri che trattano l'argomento dell'olocausto. Io ho letto solo "Se questo è un uomo" di Primo Levi, ma mi piacerebbe approfondire l'argomento e infatti ho in wishlist tutti i libri che vi presenterò.
Iniziamo con tre libri conosciutissimi.
Primo Levi, reduce da Auschwitz, pubblicò "Se questo è un
uomo" nel 1947. Einaudi lo accolse nel 1958 nei "Saggi" e da allora
viene continuamente ristampato ed è stato tradotto in tutto il mondo.
Testimonianza sconvolgente sull'inferno dei Lager, libro della dignità e
dell'abiezione dell'uomo di fronte allo sterminio di massa, "Se questo è
un uomo" è un capolavoro letterario di una misura, di una compostezza
già classiche. È un'analisi fondamentale della composizione e della
storia del Lager, ovvero dell'umiliazione, dell'offesa, della
degradazione dell'uomo, prima ancora della sua soppressione nello
sterminio.
Quando Anne inizia il suo diario, nel giugno 1942, ha
appena compiuto tredici anni. Poche pagine, e all'immagine della scuola,
dei compagni e di amori più o meno immaginari, si sostituisce la storia
della lunga clandestinità: giornate passate a pelare patate, recitare
poesie, leggere, scrivere, litigare, aspettare, temere il peggio. "Vedo
noi otto nell'alloggio segreto come se fossimo un pezzetto di cielo
azzurro circondati da nubi nere di pioggia", ha il coraggio di scrivere
Anne. Obbedendo a una sicura vocazione di scrittrice, Anne ha voluto e
saputo lasciare testimonianza di sé e dell'esperienza degli altri
clandestini. La prima edizione del Diario subì tuttavia non pochi tagli,
ritocchi, variazioni. Ora il testo è stato restituito alla sua
integrità originale, e ci consegna un'immagine nuova: quella di una
ragazza vera e viva, ironica, passionale, irriverente, animata da
un'allegra voglia di vivere, già adulta nelle sue riflessioni. Questa
edizione, a cura di Frediano Sessi - ora arricchita di una nuova
prefazione di Eraldo Affinati - offre anche una ricostruzione degli
ultimi mesi della vita di Anne e della sorella Margot, sulla base di
testimonianze e documenti raccolti in questi anni.
Lina ha appena compiuto quindici anni quando scopre che
basta una notte, una sola, per cambiare il corso di tutta una vita.
Quando arrivano quegli uomini e la costringono ad abbandonare tutto. E a
ricordarle chi è, chi era, le rimangono soltanto una camicia da notte,
qualche disegno e la sua innocenza. È il 14 giugno del 1941 quando la
polizia sovietica irrompe con violenza in casa sua, in Lituania. Lina,
figlia del rettore dell'università, è sulla lista nera, insieme alle
famiglie di molti altri scrittori, professori, dottori. Sono colpevoli
di un solo reato, quello di esistere. Verrà deportata. Insieme alla
madre e al fratellino viene ammassata con centinaia di persone su un
treno e inizia un viaggio senza ritorno tra le steppe russe. Settimane
di fame e di sete. Fino all'arrivo in Siberia, in un campo di lavoro
dove tutto è grigio, dove regna il buio, dove il freddo uccide,
sussurrando. E dove non resta niente, se non la polvere della terra che i
deportati sono costretti a scavare, giorno dopo giorno. Ma c'è qualcosa
che non possono togliere a Lina. La sua dignità. La sua forza. La luce
nei suoi occhi. E il suo coraggio. Quando non è costretta a lavorare,
Lina disegna. Documenta tutto. Deve riuscire a far giungere i disegni al
campo di prigionia del padre. E l'unico modo, se c'è, per salvarsi. Per
gridare che sono ancora vivi.
Tra i molti libri presenti, ho notato che la Newton Compton Editori ne ha pubblicati molti.
Nel 1944 Denis Avey, un soldato britannico che stava
combattendo nel Nord Africa, viene catturato dai tedeschi e spedito in
un campo di lavoro per prigionieri. Durante il giorno si trova a
lavorare insieme ai detenuti del campo vicino chiamato Auschwitz.
Inorridito dai racconti che ascolta, Denis è determinato a scoprire
qualcosa in più. Così trova il modo di fare uno scambio di persone:
consegna la sua uniforme inglese a un prigioniero di Auschwitz e si fa
passare per lui. Uno scambio che significa nuova vita per il prigioniero
mentre per Denis segna l'ingresso nell'orrore, ma gli concede anche la
possibilità di raccogliere testimonianze su ciò che accade nel lager.
Quando milioni di persone avrebbero dato qualsiasi cosa per uscirne,
lui, coraggiosamente, vi fece ingresso, per testimoniare un giorno la
verità. La storia è stata resa pubblica per la prima volta da un
giornalista della BBC, Rob Broomby, nel novembre 2009. Grazie a lui
Denis ha potuto incontrare la sorella del giovane ebreo che salvò dal
campo. Nel marzo del 2010, con una cerimonia presso la residenza del
Primo ministro del Regno Unito, è stato insignito della medaglia come
"eroe dell'Olocausto".
Nel giorno del suo quindicesimo compleanno, Eva viene
arrestata dai nazisti ad Amsterdam e deportata ad Auschwitz. La sua
sopravvivenza dipende solo dal caso, e in parte dalla ferrea
determinazione della madre Fritzi, che lotterà con tutte le sue forze
per salvare la figlia. Quando finalmente il campo di concentramento
viene liberato dall'Armata Rossa, Eva inizia il lungo cammino per
tornare a casa insieme alla madre, e intraprende anche la disperata
ricerca del padre e del fratello. Purtroppo i due uomini sono morti,
come le donne scopriranno tragicamente a mesi di distanza. Ad Amsterdam,
però, Eva aveva lasciato anche i suoi amici, fra cui una ragazzina dai
capelli neri con cui era solita giocare: Anne Frank. I loro destini -
seppur diversissimi - sembrano incrociarsi idealmente ancora una volta:
nel 1953 Fritzi, ormai vedova, sposerà Otto Frank, il padre di Anne. La
testimonianza di Eva (scritta in collaborazione con Karen Bartlett) è
dunque doppiamente sbalorditiva: per la sua esperienza personale di
sopravvissuta all'Olocausto e per lo straordinario intreccio del
destino, che l'ha unita indissolubilmente a quella ragazzina conosciuta
molti anni prima.
Alla fine della seconda guerra mondiale, viene creato un
pool investigativo per scovare e assicurare alla giustizia
internazionale i gerarchi nazisti responsabili delle atrocità
dell'Olocausto. Uno dei migliori investigatori del gruppo è Hanns
Alexander, ebreo tedesco arruolatosi nell'esercito britannico per
sfuggire alle persecuzioni delle SS. il suo nemico numero uno si chiama
Rudolph Höss, il terribile comandante di Auschwitz, responsabile del
massacro di due milioni di persone e grande sostenitore della "soluzione
finale" voluta da Hitler. Höss, che vive sotto falsa identità, è una
preda difficile da stanare e Hanns dovrà inseguirlo per tutta l'Europa
per riuscire a portarlo davanti alla corte di Norimberga dove la sua
testimonianza lascerà i presenti senza fiato. Questo libro scritto dal
pronipote di Alexander racconta una sconvolgente pagina di storia: le
vite parallele di due tedeschi, un ebreo e un cattolico, divisi dal
nazismo ma destinati a incrociarsi di nuovo in circostanze incredibili,
fino alla resa dei conti finale.
Anche la Piemme e la Butterfly Edizioni ha pubblicato due titoli interessanti.
Nel 1939, dopo l'invasione tedesca della Polonia, le SS
propongono al giovane austro-polacco Wilhelm Brasse di giurare fedeltà a
Hitler e di arruolarsi nella Wehrmacht. Il giovane rifiuta: si sente
polacco e non vuole tradire la sua patria. Un anno dopo Wilhelm viene
internato ad Auschwitz, con il numero di matricola 3444. I suoi compagni
vengono inviati molto presto alla morte; lui invece si salva perché è
un abile fotografo. Nei cinque anni successivi vive nel campo e
documenta, suo malgrado, l'orrore. Fotografa migliaia di prigionieri, di
esecuzioni, e i terrificanti esperimenti su cavie umane del dottor
Josef Mengele. Oltre cinquantamila scatti, che rappresentano una
imprescindibile documentazione di quell'abominio. A poco a poco, Brasse
decide che lo scopo della sua vita non può essere solo quello di
sopravvivere. Agirà. Farà di tutto perché attraverso di lui si conservi
la memoria di Auschwitz. Nei mesi successivi, a rischio della vita e con
molto ingegno, riesce a far pervenire alla resistenza una parte delle
sue fotografie. Infine, al principio del 1945, quando il campo deve
essere abbandonato, finge di obbedire all'ordine di distruggere stampe e
negativi, riuscendo invece a trarli in salvo. Perché il mondo deve
sapere. Sono le immagini di Auschwitz che noi tutti conosciamo.
Ricostruita sulla base di resoconti e documenti, una eccezionale
testimonianza per non dimenticare.
Città del Vaticano, giugno 1980. In una stanza preclusa
agli sguardi altrui, il Santo Padre è sul letto di morte, circondato da
suore piangenti. Padre Gabriel, segretario del Pontefice, prega per lui
tra le lacrime. Un salto indietro nel tempo: è il 1944 e Padre Gabriel è
un giovane prete appena giunto in Italia per prendersi cura degli
orfani della guerra. Sin dal giorno del suo arrivo, gli diviene chiaro
quanto sia arduo e pericoloso il suo compito: custodire bambini figli di
ebrei, e dunque di ricercati, è un reato e i soldati tedeschi non
aspettano altro che una scusa per compiere efferati omicidi. Malgrado la
sua fede incrollabile, Padre Gabriel non può che chiedersi: dov'è Dio
quando il male serpeggia sulla Terra? Come può permettere la morte
dell'innocenza?
Infine, proprio in questi giorni sono usciti due ebook di due scrittrici nostrane.
Lia ha tredici anni. È una ragazzina italiana piena di sogni e
di allegria, con l’unica colpa di essere ebrea durante la Seconda
Guerra Mondiale. Dallo scoppio delle leggi razziali la sua vita cambia, e
con la sua famiglia è costretta a rifugiarsi in numerosi nascondigli, a
sparire dal mondo. Da quel mondo di cui vuole fare disperatamente
parte. Passano gli anni, conditi da giornate piene di vicende, di primi
amori, di paure e di speranze, come quella più grande, la speranza che
presto la guerra finirà. Ma nessuno ha preparato Lia alla rabbia dei
nazisti. Il 16 ottobre 1943, la comunità ebraica del ghetto di Roma
viene rastrellata dalla Gestapo e i nazisti le ricorderanno che una
ragazzina ebrea non ha il diritto di sognare, di sperare, di amare. Di
vivere. Lia sarà deportata ad Auschwitz con la sua famiglia, e da quel
giorno avrà inizio il suo incubo. Terrore, lavoro, malattie, camere a
gas, morti. E determinazione. Quella che Lia non vuole abbandonare.
Quella determinazione che vorrà usare per gridare al
mondo di non dimenticare. Quella determinazione che brillerà nei suoi
occhi quando il freddo sarà troppo pungente, quando la fame sarà
lancinante, quando la morte sarà troppo vicina e quando sarà deportata
in altri campi di concentramento.
Quella determinazione che le
farà amare la vita, e che le ricorderà che anche le ragazzine ebree
hanno il diritto di sognare. Perché non esistano mai più le casacche a
righe, perché nessuno sia più costretto a vivere in base a un numero
tatuato su un braccio o in base a una stella cucita sulla veste.
Perché dal cielo non cadano più le stelle.
Amburgo, 1943. La vita di Josepha, quindici anni, trascorre fra le
uscite con le amiche, le lezioni e
i sogni, nonostante la Seconda Guerra Mondiale. Le cose cambiano quando
suo padre decide di nascondere in soffitta una famiglia di ebrei. Fra
loro c'è Rina, quindici anni, grandi e profondi occhi scuri.
Nella
Germania nazista, giorno dopo giorno sboccia una delicata amicizia fra
una ragazzina ariana, che è cresciuta con la propaganda di Hitler, e una
ragazzina ebrea, che si sta nascondendo a quello che sembra essere il
destino di tutta la sua gente.
Ma quando Josepha dovrà
rinunciare improvvisamente alla sua casa e dovrà lottare per continuare a
sperare e per cercare di proteggere Rina, l'unione fra le due
ragazzine, in un' Amburgo martoriata dalle bombe e dalla paura,
continuerà a riempire i loro cuori di speranza.
Un romanzo che
accende i riflettori su uno dei lati meno conosciuti dell'Olocausto, la
voce degli "eroi silenziosi", uomini, donne e giovani che hanno aiutato
gli ebrei in uno dei periodi più bui della
Storia.
Consiglierei anche "Essere senza destino" di Imre Kertesz.
RispondiEliminaFa capire perfettamente le condizioni dell'uomo in quel triste capitolo della storia.