Intervista a Enrica Tesio: "Per superare la stanchezza bisogna appunto dividerla, essere in tanti, non affrontarla da soli, abbiamo sottovalutato l’importanza della comunità" - Un lettore è un gran sognatore | Blog di letteratura, storia, cultura, teatro

lunedì 7 marzo 2022

Intervista a Enrica Tesio: "Per superare la stanchezza bisogna appunto dividerla, essere in tanti, non affrontarla da soli, abbiamo sottovalutato l’importanza della comunità"

Ospite del giorno è Enrica Tesio, che è da poco tornata in libreria con il suo nuovo libro Tutta la stanchezza del mondo, edito Bompiani. 
Qualche giorno fa ho pubblicato la recensione, oggi converso con l'autrice che ci mostra più nel dettaglio la sua ultima pubblicazione. 



La storia inizia quando, nel 2013, senti in TV la notizia delle dimissioni di papa Ratzinger. Ma come nasce l'idea di scrivere Tutta la stanchezza del mondo? 

Ho cominciato a contare il numero di volte che le persone rispondevano “stanco” alla domanda “come stai?”, un numero altissimo che riguardava anche me. Sono anni che rifletto sul tema della fatica e della tentazione delle dimissioni, siano emotive o lavorative. Quando Giulia Ichino, la mia editor, mi ha chiesto se avessi un tema da approfondire in un saggio-biografico non ho avuto dubbi. 


La società di oggi è sempre di corsa. E il covid ha decisamente stravolto le nostre abitudini. Nel testo, infatti, si parla di a.C e d.C. facendo riferimento al periodo pre e post covid. Ritieni che il covid abbia accentuato ancora di più questa condizione di stanchezza? O ci sono anche altre cause? 

L’ha esasperata sicuramente, sovrapponendo gli spazi del riposo e del lavoro, per esempio. La casa non è più il luogo del riposo, il posto dove tornare dopo una giornata fuori. La casa con la dad è stata ed è scuola, con lo smart working è ufficio, è ristorante visto quanto abbiamo cucinato durante il lockdown, è palestra, è spazio della distrazione ma mai del vero riposo. Poi credo che il Covid abbia esacerbato le rabbie e la sensazione di solitudine, di palude intorno, non c’è niente che tolga le energie come la solitudine subita. 



Purtroppo, non possiamo tutti dimetterci come ha fatto Papa Ratzinger. Dunque, che rimedio ci potrebbe essere per superare questo senso di stanchezza? 

Il mio non è un manuale, non offro modelli, racconto la mia storia che è una storia comune, la mia stanchezza che è fatta di una sostanza condivisa. Per superare la stanchezza bisogna appunto dividerla, essere in tanti, non affrontarla da soli, abbiamo sottovalutato l’importanza della comunità, la frequentazione è riposante, non siamo animali domestici siamo animali sociali (e non social) purtroppo ce lo dimentichiamo spesso. 


Parli di dodici fatiche, così come quelle di Ercole. Dalla casa al lavoro, dai social all'amore, dal diventare adulti alla burocrazia. Tra tutte le fatiche descritte, ce n'è qualcuna in particolare che ritieni sia più impegnativa più delle altre? 

Diventare adulti. La responsabilità del crescere, per la mia generazione di quarantolescenti è una fatica immensa. - Con uno stile ironico, riesci ad entrare nelle case di tutti noi e a parlarci quasi come fossi un'amica, mettendo nero su bianco quelli che sono i pensieri di tutti. 


Qual è il messaggio che vorresti restasse nel lettore una volta finito il libro? 

Come dicevo, vorrei trasmettere l’importanza dello stare insieme, è un’attività riposante. La solitudine è una condizione che esaspera tutto. 


Sui social, hai scritto che la copertina è quella che hai voluto e difeso. Come mai? 

La casa editrice ha provato a farmi cambiare idea, io ero molto determinata, credo che vedessero quella donnina contro il muro come triste e disperata, io invece ne colgo una natura ironica, quasi comica, mi assomiglia. Questa volta credo di aver avuto ragione io. 

Nessun commento:

Posta un commento