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venerdì 13 ottobre 2023

Tre castelli infestati in Italia



L’Italia è una terra ricca di storia, cultura e antichi castelli che risalgono a secoli e secoli fa. Queste maestose strutture sono state spesso teatro di terribili omicidi e nascondono segreti oscuri. In questo articolo, ho deciso di concentrarmi in particolar modo su tre castelli che hanno destato la mia attenzione. 
Ma sono moltissimi i luoghi infestati da spiriti inquieti che vagano in cerca di un qualcosa che non avranno più. 

 Siete pronti a scoprire tre castelli infestati d’Italia? 


 Castello di Montebello, Emilia-Romagna

Immagine presa da Wikipedia

In provincia di Rimini, a Montebello, c’è il Castello di Montebello, la cui fama è legata al nome di Azzurrina, il fantasma di una giovane bambina morta misteriosamente nel XVI secolo. Era il 21 giugno 1375. Guendalina Malatesta, figlia del castellano, dai tratti albini e chiamata Azzurrina per via dei suoi capelli azzurri, in una giornata di temporale scomparve mentre inseguiva la sua palla nei sotterranei del castello. Nonostante le disperate ricerche, di lei si persero totalmente le tracce. Si dice che la piccola sia stata fatta sparire perché ritenuta una strega a causa dei suoi tratti particolari. Secondo la leggenda, il suo spirito continua a infestare il castello e si manifesta ogni cinque anni proprio il giorno del solstizio d’estate, il 21 giugno, con lamenti e suoni. 


 Castello di Trezzo sull’Adda, Lombardia 

Immagine presa da Wikipedia 

Il Castello Visconteo di Trezzo ha una storia molto affascinante legata a numerose leggende. I resti che possiamo ammirare tuttora, tra cui anche la torre, sono quelli della costruzione del 1370 voluta da Bernabò Visconti, una delle figure più significative legate alla storia di questo posto, che fece di questo Castello la sua residenza ma che diventò poi anche la sua prigione. Infatti, il nipote Gian Galeazzo lo tradì per prendersi il suo posto: fu reso un prigioniero il 5 maggio 1385 e il 19 dicembre dello stesso anno morì, probabilmente avvelenato con un piatto di pasta e fagioli. Il suo fantasma gira anche tra i sotterranei del Castello, ma non solo: con lui ci sarebbe anche la sua servitù. Infatti, Bernabò all’epoca era conosciuto e temuto per la sua crudeltà e furono molti coloro che persero la vita per suo volere, dilaniati da atroci sofferenze. Inoltre, punì la sua stessa figlia illegittima Bernarda dopo aver scoperto il suo adulterio. La rinchiuse nella Rocchetta di Porta Nuova, facendola nutrice con solo pane e acqua. Dopo dieci mesi di prigionia, la giovane morì e si dice che il suo fantasma giri ancora. 
 Si dice anche che il tesoro che era stato sottratto a Federico Barbarossa sia ancora nascosto nei sotterranei di questo Castello.


Castello di Fumone, Lazio

© Giovanna Samanda Ricchiuti

 Il castello di Fumone, in provincia di Frosinone, è uno dei castelli più infestati d’Italia, con la presenza di minimo diciotto fantasmi. La prima leggenda è quella legata al nome di Francesco Longhi, il piccolo marchesino ucciso nel 1851 dalle sette sorelle probabilmente per questioni legate all’eredità. Per evitare che il fratellino ereditasse ogni cosa, le sorelle iniziarono a somministrargli lentamente dell’arsenico, fino ad aumentare le dosi. Altre dicerie sostengono che le sorelle gli hanno fatto ingerire del vetro frammenti di vetro mischiato al suo cibo. A ogni modo, la verità sulla sua morte non venne mai a galla e si pensò che fosse dovuta a una polmonite. La perdita improvvisa portò la marchesa Caetani Longhi in un profondo stato di disperazione, tanto che non volle mai seppellire il figlio e fece vestire a lutto tutto il castello, ordinando anche di ridipingere ogni quadro che mostrasse segni di felicità. Il corpo imbalsamato di Francesco, ancora oggi, è custodito in una teca vicino ai suoi giocattoli preferiti. Il suo fantasma si aggira di tanto in tanto per le stanze giocando, e quello della madre vaga disperatamente tra pianti e lamentele. Altro fantasma che girerebbe tra le mura del castello è quello di Pietro da Morrone, noto anche come Papa Celestino V. Poco dopo la sua elezione, avvenuta nel 1294, egli decise di abdicare volontariamente perché non si riteneva capace di guidare la Chiesa in un periodo molto tumultuoso. Questa sua rinuncia non fu ben accolta e fu tenuto prigioniero nel Castello di Fumone dal suo successore e nemico, Bonifacio VIII, fino alla sua morte, avvenuta nel 1296.    

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