Recensione: "Vendetta d'amore" di Anna Grieco e Irene Grazzini - Un lettore è un gran sognatore | Blog di letteratura, storia, cultura, teatro

venerdì 24 febbraio 2017

Recensione: "Vendetta d'amore" di Anna Grieco e Irene Grazzini

Titolo: Vendetta d'amore
Autore: Anna Grieco e Irene Grazzini
Genere: Romanzo storico
Editore: Leggereditore
Pagine: 272
Prezzo: 4,99€ (formato ebook)

Londra, XIX secolo. La contessina Elizabeth Clarendon ha preso la sua decisione: rinuncerà agli agi del suo rango per fuggire insieme all’uomo che ama, Kenneth, anche se è solo un umile stalliere. Non ha fatto però i conti con il padre, uomo egoista e meschino, che minaccia di far uccidere l’innamorato. Per salvarlo, Elizabeth è costretta ad allontanarlo da sé con l’inganno, a costo di spezzargli il cuore. Un anno dopo, Kenneth è diventato il nono duca di Wellesley e ha un solo pensiero: vendicarsi dell’umiliazione subita. Ma è davvero ciò che vuole? E allora perché l’unica cosa cui riesce a pensare sono quegli occhi di zaffiro capaci di accendergli il sangue nelle vene? Ed Elizabeth, ora che il suo amore è tornato, si ritrova nuovamente attanagliata tra sentimenti e obblighi, in una stretta che le imporrà una nuova scelta.
 

Sapeva che quello che stava facendo era sbagliato e senza dubbio sconveniente, che avrebbe dovuto opporsi, respingere Kenneth, ma quando lui era calato su di lei con quel bacio devastante ogni sua difesa era crollata, perché nonostante tutto lo amava ancora. Era quella la verità nuda e cruda.
Nascere nel XIX secolo in una famiglia nobile può avere i suoi aspetti negativi, soprattutto per quanto riguarda le relazioni. Non si è liberi di sposarsi per amore, ma ci si deve maritare con una persona dello stesso rango.
Questo la contessina Elizabeth Clarendon lo sa bene, ma il suo cuore appartiene a un uomo di umili origini, lo stalliere Kenneth. Decisa a fuggire con lui, deve ben presto cambiare idea. Infatti, viene ricattata dallo spietato padre Arthur, giocatore d’azzardo, che auspica un matrimonio vantaggioso per lei cosicché possa risollevare le loro scarse finanze.  Elizabeth si ritrova così costretta a dover allontanare Kenneth per salvargli la vita, mentendo su ciò che prova realmente per lui.
Aveva fatto quello che doveva. Ma allora perché si sentiva così male? Fu solo quando vide scomparire oltre le alte siepi l’uomo che amava, che il dolore e la tristezza la sopraffecero. Completamente svuotata, scoppiò in singhiozzi disperati che solo il cielo udì.
Un anno dopo, la vita è cambiata per l’ex stalliere dei Clarendon: a sorpresa, il padre che non ha mai conosciuto, il duca di Wellesley, in assenza di eredi legittimi in punto di morte ha nominato lui come nono duca. Ora Kenneth è un nobile e in cuor suo medita la vendetta nei confronti di Elizabeth e Arthur. E sarà proprio il conte di Clarendon a servirgli su un piatto d’argento l’occasione, perdendo la sua tenuta in una mano a poker contro il giovane duca. Il suo piano sembra perfetto, se non fosse che ciò che prova per Elizabeth è un sentimento contrastante: vorrebbe odiarla per quanto gli ha fatto, ma si ritrova a restare ammaliato ogni volta che la vede.
Come ogni romance che si rispetti, il lieto fine arriverà: ma per poter coronare la loro storia d’amore, i due innamorati dovranno superare dei grandi ostacoli, primo fra tutti l’orgoglio ferito di Kenneth.

Lo stile delle due autrici si fonde perfettamente e non si notano differenze. La narrazione scorre veloce complice anche i molti dialoghi. Un piccolo appunto su questi: forse mi sarei aspettata un linguaggio più consono a quei tempi, molte battute e modi di dire mi sono sembrati fin troppo moderni. Altra cosa che mi ha fatto storcere il naso, da amante della storia, è stato leggere questa frase:
Quattro anni erano passati da quando lord Robert Fitzgerald era partito, con la benedizione della regina Vittoria, come ambasciatore nella lontana Prussia dell’imperatore Francesco Giuseppe. 
In realtà, il re di Prussia era Guglielmo I. Di questo fatto avevo appunto trovato una discussione sui social.

Ad ogni modo, l’ambientazione è ben caratterizzata così come lo sono i personaggi.
Elizabeth risulta fin troppo odiosa: a costo di essere umiliata, preferisce assecondare le volontà di un padre che la vede solo come una merce da vendere. Nonostante il padre non si curi di lei, sia un traditore e un egoista, Elizabeth lo continua a difendere. Forse in alcuni occasioni avrebbe potuto tirar fuori un po’ di coraggio, ma rimane sempre molto piatto e dimostra di non avere carattere.  

Kenneth all’inizio appare troppo accecato dalla gelosia e ciò lo rende un personaggio quasi detestabile. Ma i suoi atteggiamenti premurosi e il suo tenere molto a Elizabeth fanno sì che sia uno dei personaggi più amati. Inoltre, pur in collera con Elizabeth e la sua famiglia, farà sempre in modo che il buon nome dell’amata non sia mai infangato.
Nonostante i protagonisti siano Elizabeth e Kenneth, una menzione speciale non può che andare a lady Justine Tremain, che mi ha ricordato molto Lady Sybil in Downtown Abbey. Le sue idee anticonvenzionali e il suo voler sostenere i diritti delle donne, nonché la sua intelligenza e ironia, la rendono il personaggio più simpatico di tutta la storia. 
Si sentiva incredibilmente potete e scandalosa quando poteva salire in sella a cavalcioni, senza l’aiuto di nessuno, e galoppare per la campagna con la sua cavalla. Preferiva trascorrere il suo tempo così, oppure a leggere libri, piuttosto che fare noiose visite a gente ancora più noiosa o prendere il tè.
Una lettura che consiglio a chi cerca qualcosa di hot ma di romantico allo stesso tempo.


 e mezzo

Nessun commento:

Posta un commento