Recensione: "Sherlock Holmes - La sindrome di Abraham de Moivre" di G. P. Rossi - Un lettore è un gran sognatore | Blog di letteratura, storia, cultura, teatro

giovedì 25 maggio 2017

Recensione: "Sherlock Holmes - La sindrome di Abraham de Moivre" di G. P. Rossi

Titolo: Sherlock Holmes - La sindrome di Abraham de Moivre
Autore: G. P. Rossi
Pagine
: 72
Prezzo:
6,90€

Uno strano telegramma, che fa riferimento al famoso Abraham de Moivre e alla sua sindrome, porterà Sherlock e Watson ad investigare sul segreto che si cela nell’oscuro rettorato di Borley, famoso per i suoi fantasmi. Qui la giovane Betty, cameriera del dottor Watson, troverà la morte, mentre Holmes riceverà una strana scatola che contiene un oscuro segreto. Nel piccolo paese si scontrerà con strani e pericolosi personaggi che celano la loro identità proprio per il possesso di ciò che vi è dentro quella scatola. Chi si cela dietro quello strano oggetto e quale mistero contiene? Questa volta Holmes sarà chiamato a risolvere uno dei casi più intricati che gli siano mai capitati. ---- BIOGRAFIA ---- G.P. Rossi Nato a Roma e laureato in Chimica all’Università Sapienza di Roma, lavora nel campo delle telecomunicazioni occupandosi di IoT, eSIM e di Digital Identity. È giornalista pubblicista e scrive su cor.com, testata che tratta di economia e innovazione digitale. Ha già pubblicato alcuni racconti per la Giulio Perrone Editore nelle antologie: Il Desiderio, Al Bar, Il Sogno, nonché un saggio sulla Digital Identity e un altro sulla realtà virtuale, entrambi per Delos Digital. Ha pubblicato "Sherlock Holmes. La vestaglia della contessa di Castiglione" per la Castelvecchi Editore.


A quel punto avevo capito quasi tutto quello che ci era successo. «Quindi sapevano che saremmo venuti qui? » chiesi indignato e indifferente alla pistola. Holmes mi guardò con calma. «Certo Watson, siamo stati pilotati sin dall'inizio ».

Ritornano le avventure di Sherlock Holmes firmate G. P. Rossi. Dopo Sherlock Holmes. La vestaglia della contessa di Castiglione (QUI  la recensione), l’autore dà vita a un nuovo mistero su cui devono indagare Sherlock Holmes e il dottor Watson.
La storia ha inizio con uno strano telegramma anonimo, probabilmente indirizzato alla direttrice della Società Nazionale per il suffragio femminile, Madame Garret. Betty, cameriera del dottor Watson e suffragetta, si rivolge a Sherlock perché sente che c’è qualcosa che non va.

14x4x24 = 17 maggio 1900
Abraham de Moivre



Dopo un iniziale rifiuto, l’investigatore inglese non può fare a meno di analizzare lo strano testo. Ammetto che non conoscevo Abraham de Moivre, ma nel libro viene data una spiegazione più che esauriente sulla sua figura. Abrahm de Moivre è un matematico francese e intorno alla sua figura gira una leggenda. 


«Nell’ultimo periodo della sua vita, de Moivre soffrì di letargia e, secondo un aneddoto, avrebbe predetto la data della sua morte servendosi di un calcolo matematico. Infatti, notando che dormiva quindici minuti in più ogni giorno, suppose che sarebbe morto quando il sonno avesse raggiunto le ventiquattro ore. Precisamente il 27 novembre 1754».

Holmes capirà ben presto che il telegramma è indirizzato alla povera Betty. Ma cosa si nasconde dietro quella formula? E cosa c’entra Betty in tutto ciò?
I due amici, giunti nell’Essex, iniziano ad indagare. Borley è un villaggio con un alone di mistero che non passa inosservato a Holmes e Watson. Soprattutto il rettorato ha un qualcosa di inquietante: secondo una legenda, una monaca sarebbe stata murata viva in una cella sotterranea dopo aver tentato la fuga con un cocchiere. E, a quanto dicono gli abitanti del villaggio, lo spettro di questa monaca continua ad aggirarsi in quei luoghi.

Come nel suo primo libro, anche qui G. P. Rossi ripropone un linguaggio scorrevole che permette al libro di essere divorato. I capitoli sono brevi e non appesantiscono la lettura.
Così come in Sherlock Holmes. La vestaglia della contessa di Castiglione, ritroviamo un intreccio con la storia. I fatti e i personaggi sono storicamente documentati e questa è una cosa che apprezzo molto nei libri di questo autore. I fatti sono ben contestualizzati e ci troviamo nel periodo delle guerre anglo-boere. Per chi volesse avere più delucidazioni, nelle ultime due pagine ci sono brevi spiegazioni sui personaggi che incontriamo durante la narrazione e sugli avvenimenti. E, fidatevi, sarà impossibile non andare a curiosare ancora di più. 

Inoltre, in questo secondo capitolo troviamo anche un collegamento con il primo: la contessa di Rouge, della quale non vi dirò di più perché dovete leggere entrambi! 



Nessun commento:

Posta un commento