Recensione: "Il sigillo degli Acquaviva" di Ornella Albanese - Un lettore è un gran sognatore | Blog di letteratura, storia, cultura, teatro

martedì 4 luglio 2017

Recensione: "Il sigillo degli Acquaviva" di Ornella Albanese


 Quello che era accaduto le piombò addosso, in immagini e sensazioni scomposte. Il bacio di velluto, l’uomo che si accasciava a terra, la macchia di sangue sul mantello. E poi il gelo della paura, le sagome minacciose, quegli occhi feroci in una faccia nera di fuliggine. Il cavallo che scalpitava, la spada ricurva, la sua mano intorno all’elsa, la voragine buia. Cosa era accaduto? Avevano ucciso il saraceno?

Titolo: Il sigillo degli Acquaviva
Autore: Ornella Albanese
Collana: Sàtura
Pagine: 474

Prezzo: 13,90€

Anno 1165, cattedrale di Otranto. Durante la cerimonia per il completamento del magnifico mosaico di Pantaleone da Casole, secondo la tradizione spetta all’operaio più giovane inserire l’ultima tessera, ma quel mosaicista è in realtà una donna: Sara dei Sassi, nascosta sotto abiti maschili per poter lavorare a quell’opera prodigiosa. Un saraceno dal passato oscuro, Yusuf Hanifa, uomo di scienza e temibile guerriero, aspetta che lei ponga l’ultima tessera e, finalmente, torni a essere donna per lui. Il destino, però, è in agguato e separa le loro strade. Yusuf viene caricato su una nave diretta a San Giovanni d’Acri, affinché torni nella sua terra, dove il padre è depositario di un incredibile segreto. Sara, invece, fa ritorno alla rocca della sua famiglia, in una valle ricca di feudi e dominata dal Gran Sasso. Qui, nel castello degli Acquaviva, ambizione e spregiudicatezza tessono trame ingannevoli e la verità è sempre difficile da rintracciare sotto le apparenze, ma l’arrivo di Yusuf Hanifa romperà tutti gli equilibri faticosamente raggiunti. Grazie al suo valore e alla sua acutezza, il moro giunto dal mare svelerà ogni cospirazione, ricomponendo un oscuro mosaico che mostrerà l’intera trama.

Il sigillo degli Acquaviva è un romanzo che ti colpisce sin da subito. La cover accattivante e la quarta di copertina sono una buona premessa a ciò che ci si deve aspettare da questo libro. E, credetemi, durante la lettura non rimarrete delusi dalle alte aspettative.

Siamo nel 1165 a Otranto, durante la costruzione del mosaico della cattedrale della città. Qui si conoscono i due protagonisti, Yusuf Hanifa e Sara dei Sassi che sembrano completarsi a vicenda. Ma la passione che divampa tra i due e l’amore che li lega non può essere vissuto a pieno subito. Misteri, intrighi e segreti si intersecano tra di loro in una storia dal ritmo serrato che cattura l’attenzione del lettore con un effetto quasi ipnotico.
Le loro strade prendono direzioni diverse e non sanno che ciò che li attende può portarli a far vacillare le certezze che avevano.

La tunica e le brache nascondevano le sue forme anche a occhi attenti come quelli di usuf Hanifa. Il saraceno respirò piano. Era quella l’emozione. Indovinare il suo corpo di donna sotto quegli abiti da uomo. Allungò una mano e le carezzò il viso. Pelle compatta e tenera. Le sue ciglia fremettero ma gli occhi dorati non si abbassarono. Lui conosceva il suo coraggio, la sua sicurezza e le sue fragilità. Restava da conoscere il suo corpo.

Poco prima dell’uscita del libro sulla mia pagina facebook ho lanciato l’iniziativa “Aspettando il sigillo degli Acquaviva”, in collaborazione con Leone Editore, pubblicando ogni giorno un estratto o una curiosità sul romanzo. In uno di questi appuntamenti, l’autrice ha detto: “Quando scrivo, amo creare storie a mosaico, con tanti tasselli che a volte sembrano non avere ragione di esistere, ma che alla fine trovano il loro posto rivelandosi essenziali. Quindi molti fili aggrovigliati, tanti personaggi e spesso un mistero da risolvere”. Queste parole riassumono perfettamente l’essenza de Il sigillo degli Acquaviva. Una storia composta da tanti piccoli pezzi di un puzzle che si vanno ad incastrare tra loro pian piano, che sembrano quasi stonare tra di loro ma che in realtà si legano perfettamente.  

Ornella Albanese ha doti descrittive fantastiche: con la sua abilità, è come se riuscisse a farti vivere dentro il romanzo, come se i luoghi prendessero forma davanti a te per quanto sembrano reali.

Così i disegni del mosaico emergevano morbidi dalla penombra e solo la linea centrale rifulgeva colpita dal sole. Il lungo tronco dell’albero della vita aveva acquistato un rilievo luminoso. I mostri e i demoni che si contorcevano intorno ai rami e che si aggrappavano con grinfie acuminate alla corteccia, gli uomini nudi squassati da urla silenziose e i peccatori minacciati dalle loro stesse colpe sembravano animarsi sotto quella luce vivificatrice.

Sono molti i personaggi che popolano questo romanzo, ma nessuno si perde nel corso della narrazione perché l’autrice riesce a delineare in modo accurato ogni singola persona di cui facciamo la conoscenza. Ed è impossibile non entrare in sintonia con i due protagonisti.
Yusuf Hanifa, un saraceno e medico guerriero, con un carattere orgoglioso dietro al quale, però, si nasconde tanta umanità. Ho avuto modo di constatare che è un personaggio che si ritrova, seppur in secondo piano, in altri due romanzi dell’autrice, L’anello di ferro e L’oscuro mosaico (sicuramente rimedierò entrambi). 

Sara dei Sassi, donna coraggiosa e caparbia. Pur essendo donna, non vuole sottomettersi alle regole che le vengono imposte e alla volontà del sesso maschile. Sotto le vesti di un uomo, sfugge a ciò che le viene imposto e dà il suo contributo per la realizzazione del mosaico. Sara è il personaggio femminile che più amo ritrovare nei romanzi storici: forte, con voglia di indipendenza, ricca di valori.
Tra gli altri, spiccano anche i genitori di Sara, Tiberius e Agnesia, ormai non più legati come prima. Il marito si diverte a soddisfare le sue voglie con una serva, Murra, e lei è costretta a subire quest’umiliazione, incapace di ribellarsi al sistema.

È molto difficile che una donna dal carattere mite diventi una leonessa, e lei non poteva farci nulla. Da quando era venuta al mondo, era stata educata a essere dolce e arrendevole e si era adeguata di buon grado a quegli insegnamenti. E lo stesso aveva fatto con le sue figlie. Ma la stessa educazione aveva sortito con loro risultati diversi: la sua primogenita aveva il carattere del padre, forte e combattivo, Sibilia invece era come lei, morbida creta che si lasciava plasmare senza fatica.

Altri personaggi che colpiscono sono Rainaldo il Folle, che si dice possa leggere nella mente degli uomini, Oberto degli Acquaviva, i fratelli di Sara Sibilia e Costantino.
Non troviamo solo personaggi di fantasia, ma anche alcuni storici come Salah al-Din-al-Ayyuv, il vescovo Gionata e Nicola di Otranto.


La trama ha un’accurata ricerca storica alla base che si intreccia con la fantasia dell’autrice dando vita a un racconto avvincente. Lo studio di Ornella parte dalla famiglia degli Acquaviva, la cui ascendenza è ancora oggetto di discussione, come spiega lei stessa in una nota al termine del libro.

Non fatevi spaventare dalla mole del libro, perché non risulta mai pesante o noioso. Vi ritroverete a voltare l’ultima pagina con l’amarezza per averlo finito e dover salutare i personaggi. Ve lo consiglio per rilassarvi al mare, per combattere il caldo afoso della città e per staccare la spina!



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