Intervista a Marco Vozzolo: "Senza neppure accorgermene, ho scritto di vino, ho scritto di storia" - Un lettore è un gran sognatore | Blog di letteratura, storia, cultura, teatro

martedì 8 settembre 2020

Intervista a Marco Vozzolo: "Senza neppure accorgermene, ho scritto di vino, ho scritto di storia"

Ospite del blog è Marco Vozzolo, autore di due romanzi che ho apprezzato, La corona del relongobardo e Il valore delle piccole cose, editi Leone Editore. Il suo ultimo romanzo, La bottiglia di Napoleone, sarà pubblicato da BookRoad solo se raggiungerà il numero minimo di copie prenotate.

E voi, avete già sostenuto la campagna di Vozzolo e prenotato la vostra copia?!


Il tuo terzo romanzo è ambientato tra i giorni nostri e in epoca napoleonica. Come mai hai scelto proprio questo periodo storico?


È stato un percorso obbligato. Dovete sapere che Napoleone beveva un solo vino, un Borgogna il cui vigneto veniva coltivato nella zona di Gevrey Chambertin, il solo ad essere servito alla sua tavola.

Nelle campagne di guerra ne portava sempre una cassa da regalare agli ufficiali più coraggiosi.

Recentemente ho saputo che è stato addirittura recuperato un piccolo appezzamento di terreno, già menzionato nel catasto napoleonico, che verrà riavviato alla coltivazione dello stesso vitigno preferito dall’imperatore, il Pinot Noir.

E quindi, per farla breve, ho dovuto abbinare la trama del romanzo al periodo storico che mi avrebbe permesso di portare, tra le pagine di questo romanzo, la bottiglia polverosa con il simbolo “N” in rilievo e chiusa con la ceralacca.  

 

 



Soffermiamoci sul personaggio del soldato Lazare. Da dove nasce? Come ne sei venuto a conoscenza?


 Durante la fase di studio, mi è capitato tra le mani un atto che sanciva la vendita di un casolare. L’acquirente era un soldato napoleonico dell’Armée d’Italie, e annesso vi era un piccolo terreno. Indovinate un po’ come si chiamava il soldato?

Devo dire che la cosa mi appassionò da subito e poi, da buon frequentatore di archivi umidi e scuri, ho capito di quale zona si trattasse. Ma, quando esaminai le carte (che avevo fotografato negli archivi francesi) mi trovavo a Pistoia e allora via!! Di corsa oltralpe fino a quella piccola fattoria, nell’Alta Provenza. Ricordo che arrivai al tramonto e il sole scendeva dietro il piccolo vigneto: una magia…

 



Hai fatto ricerche per ricostruire il periodo storico?


Era un periodo di cui sapevo davvero poco o nulla. La partenza infatti fu rallentata dal fatto che non si trattasse di Medioevo e dovevo imparare un nuovo tipo di ricerca documentale.

Si è rivelata una figata fotonica! Un periodo appassionante, pieno di trame ma anche di eroi. Le atmosfere erano molto “Lady Oscar” se vogliamo, ma in ogni scartoffia o testo consultato ti trascinava nel bel mezzo della fine del XVIII° secolo.

Mentre le bocche dei cannoni esplodevano fiamme e lapilli io riportavo ciò che le cronache rendevano alla storia. Vi giuro che una palla di moschetto si è incastrata nel monitor e un ussaro mi ha infilato la sciabola nella tastiera…

 


Com'è nata l’idea di unire la tua passione per il vino a quella della scrittura e della storia?


Vi spiego com'è andata: giravo per la Francia in uno dei miei viaggi in solitaria e stavo percorrendo una stradina che costeggiava un piccolo vigneto. Avreste dovuto vederlo, i tronchi delle viti erano così grossi e nodosi da esprimere tutta la loro saggezza centenaria.

Ecco, immaginate adesso che da quelle viti nasca uno tra i più pregiati vini di Francia, e che potreste vedere tutto questo da un paesino antico che si chiama Chateauneuf du Pape da cui prende il nome questo fantastico vino.

Inizia da lì l’avventura di questo libro. Dal sole che scalda le robuste viti e che coccola i grappoli. Una vendemmia che è una gran festa, fino alle botti in cui riposerà per molto tempo. Le cantine sono misteriose e incutono timore, lì sotto non deve volare una mosca mentre si respira il legno e il mosto.

Le mani screpolate dalla terra e le rughe scavate dalle intemperie impongono rispetto verso i vigneron che lavorano tra i filari. E quando ti raccontano le loro storie perché tu ci scriverai un libro loro ti sollevano da terra a colpi di storie strepitose.

La moleskine piena di appunti che ancora non sarebbero bastati, allora in paese chi mi chiamava di qui e chi di là, per aggiungere aneddoti e anche consigli.

Senza neppure accorgermene, ho scritto di vino, ho scritto di storia. Scrittura, vino & storia in un solo romanzo.

Grazie mi sono divertito molto a rispondere alle Tue domande!

Marco Vozzolo

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