Recensione: "Shakesepa Re di Napoli" | Un lettore a teatro - Un lettore è un gran sognatore | Blog di letteratura, storia, cultura, teatro

giovedì 3 settembre 2020

Recensione: "Shakesepa Re di Napoli" | Un lettore a teatro

 


Dal 2 al 6 Settembre ore 21.00

 

 SHAKESPEA RE DI NAPOLI

composto e diretto da

Ruggero Cappuccio

 

Coproduzione  Teatro Segreto e Politeama s.r.l 

 




Reinventare Shakespeare è un'impresa davvero ardua ma non impossibile. Questo lo sa bene Shakespea Re di Napoli, in scena da ormai 26 anni, che ha debuttato per la prima volta al Globe Theatre di Roma il 2 settembre e resterà in scena fino al 6 settembre 2020.


Due soli attori in scena, poche luci che ricreano un'atmosfera barocca perfetta, e una scenografia molto essenziale, composta da un solo baule, un tavolino con delle pozioni e una botte. Quanto basta per rendere Shakespea Re di Napoli un'opera teatrale di tutto rispetto, che incanta la platea grazie alla bravura di Claudio di Palma e Ciro Damiano. I due attori si rendono protagonisti di una prova magistrale e impeccabile, portando sul palco il testo scritto da Ruggero Cappuccio, edito da Einaudi. 


In seguito a un naufragio che gli ha fatto perdere ogni cosa, Desiderio ritrova il suo caro amico Zoroastro e può finalmente riabbracciarlo dopo tantissimi anni. Inizia a raccontare a Zoroastro le sue mirabolanti avventure a Londra e la sua conoscenza di Shakespeare, ma l'amico, conoscendo bene Desiderio e la sua indole di inventarsi i fatti, non gli crede e vuole delle prove. Ma queste sono andate perse: il baule infatti avrebbe dovuto contenere una lettera e i sonetti scritti proprio da Shakespeare, come prova dei racconti di Desiderio. Zoroastro continua a non credergli, cosi i due alternano momenti di litigi a momenti in cui il loro volersi bene è ben evidente. 


Con il suo testo, Ruggero Cappuccio riesce magnificamente a trasportare Shakespeare nella Napoli del 600, una Napoli barocca che si muove tra sogni e speranze disilluse. Shakespea Re di Napoli si presenta come uno spettacolo tragicomico, elemento che va a richiamare una caratteristica propria delle opere del Bardo. Si ride e si piange, fino ad arrivare a un epilogo infelice ma cosi ben interpretato da far venire la pelle d'oca. E alla fine al lettore resterà il dubbio sui racconti di Desiderio, su quanto sia vero e quanto inventato, una sensazione di malinconia dolce amara e molti interrogativi. Cosa è davvero reale? E qual'è il confine tra la realtà e la menzogna? Questo confine è stato superato o no? 


Piccola nota da fare, la lingua utilizzata. Inizialmente ci si può trovare spaesati perché il dialogo si svolge interamente nel dialetto napoletano. Ma non pensate che questo sia un ostacolo per potersi godersi lo spettacolo. Pur correndo il rischio di perdersi durante qualche scena non si può non apprezzare l'intera opera, caratterizzata da gran poesia e gran musicalità.

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