Recensione: "Delitto a Porta Vittoria" di Pietro Brambati - Un lettore è un gran sognatore | Blog di letteratura, storia, cultura, teatro

martedì 13 ottobre 2020

Recensione: "Delitto a Porta Vittoria" di Pietro Brambati

 


Delitto a Porta Vittoria

di Pietro Brambati

Leone Editore

208 pagine | 12,90€

 

Ernesto Cazzaniga è un uomo come tanti, sui cinquant’anni, con una moglie e due figli ventenni. Lavora in banca e vive in una villetta fuori Milano, dove si occupa dell’orto e del giardino. Tutto sommato è soddisfatto della vita che fa, non fosse per il passare inesorabile del tempo, che lo fa sentire poco sicuro di sé. Tuttavia, l’incontro con un’avvenente donna poco più che trentenne, sul treno che lo porta al lavoro, è destinato a cambiare la sua vita per sempre; la relazione clandestina che intraprenderà con la sconosciuta lo trascinerà al centro di una serie di eventi che si susseguiranno l’uno dopo l’altro, fino a farlo diventare nientemeno che il sospettato numero uno di un macabro omicidio.




Quel mattino, mentre il treno stava uscendo lentamente dalla stazione ed egli era già immerso nell'articolo politico di fondo, una voce femminile chiese gentilmente permesso [...]. La guardò appena, con un moto di fastidio, e subito riprese a leggere l'articolo. Ma dopo alcuni minuti, spinto da una precisa curiosità, le lanciò un'occhiata più attenta oltre il bordo del giornale. Non gli ci volle molto per stabilire due fatti di assoluta certezza: primo, non l'aveva mai vista; secondo, dinanzi a lui si era seduto l'esemplare femminile dotato della bellezza più sconvolgente che gli fosse mai capitato di vedere. 


Dopo Senza esclusione di colpi, torno a parlarvi di Pietro Bambati che ha di recente pubblicato un nuovo thriller, Delitto a Porta Vittoria. 

Protagonista della storia è Ernesto Cazzaniga è un uomo sulla cinquantina che conduce una vita normalissima. Vive alle porte di Milano con sua moglie Carlotta e i suoi due figli, e vanta un buon lavoro come dirigente di banca. Nulla da dire sulla sua condizione, se non per il senso di disagio che inizia a vivere per l'età che avanza. A Ernesto sembra che manchi qualcosa nella sua vita, e quel qualcosa lo ritrova quando incontra una giovane donna sul treno che prende ogni mattina per andare a lavoro. 

Ginevra, così dice di chiamarsi la donna, dà una scossa alla vita di Ernesto e i loro incontri riaccendono in lui quel desiderio sessuale che aveva ormai represso, con una moglie non più attraente come un tempo. I loro appuntamenti sono sempre avvolti dal mistero, Ernesto più del suo nome non sa altro. Ed è così finché non ritrova il suo cadavere e, dalle notizie dei giornali, viene a scoprire la vera identità della donna. 

Uno dei primi sospettati è proprio lui. E da qui inizia per Ernesto un incubo, perché non ha nessun alibi. 

Il commissario Di Puma e l'agente Lo Forte iniziano ad indagare e a interrogare tutti i sospettati: non escludono nessuna pista, e provano a fare teorie su cosa possa essere successo. L'unica certezza che hanno, è che l'assassino è uno dei suoi amanti, perché la donna era solita intrattenersi con più uomini. 


Pietro Brambati ci introduce lentamente all'interno della vita di Ernesto: conosciamo il protagonista sin dalla sua nascita, lo osserviamo mentre cresce e fa le sue prime esperienze, fino a sposare Carlotta. Nonostante ciò, questi capitoli iniziali non risultano noiosi, grazie allo stile narrativo di Bambati che risulta essere molto scorrevole. I ritmi iniziano a diventare più veloci dopo il ritrovamento del cadavere della donna. Ernesto deve dunque confrontarsi con la giustizia: appare qui in tutta la sua fragilità, viene messo completamente a nudo con i suoi pensieri e le sue preoccupazioni. L'ansia di poter essere scoperto dalla moglie lo porta inizialmente ad agire in modo sbagliato, ed è proprio per questo che il lettore entra ancora di più in sintonia con questo personaggio.  


Ernesto non è uomo irraggiungibile, ma un uomo come tanti. Un uomo che ha su di sé solo il peso di uno sbaglio, quello di aver ceduto alle provocazioni di una donna sconosciuta. E questa non può essere considerata una colpa così grave ad puntargli il dito addosso, perché nessuno è perfetto.  


Pietro Bambati è molto attento ai dettagli e i molti dialoghi rendono la lettura ancora più piacevole. Seguire passo passo dapprima la vita di Ernesto e poi le indagini, permette al lettore di essere coinvolto completamente nella storia. Intento a scoprire il vero assassino, farà anche lui supposizioni varie. Ma la realtà dei fatti non è mai così semplice e il finale, benché possa in un primo momento far storcere il naso, nasconde all'interno una grande verità. 


Delitto a Porta Vittoria è un thriller in cui si mescolano amore, gelosia, attrazione sessuale e omicidi. Un mix di ingredienti perfetti per un caso avvincente. 


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