Amore e Psiche: la favola d'amore tra arte e letteratura - Un lettore è un gran sognatore | Blog di letteratura, storia, cultura, teatro

domenica 14 febbraio 2021

Amore e Psiche: la favola d'amore tra arte e letteratura


@Wikipedia
Gruppo scultoreo di Canova


Amore e Psiche è senza dubbio una delle favole d'amore più belle. 
Questa leggenda ci viene narrata da Apuleio, autore latino del II secolo d.C., ne Le Metamorfosi, ma pare che abbia origini più antiche e che risalga a una storia siriana. 

La storia di Amore e Psiche continua ad affascinare dopo così tanti secoli perché ben descrive il vero significato di amare e la lotta tra istinto e ragione che contraddistingue ogni persona. Quello tra i due innamorati è un amore tutt'altro che facile, che deve superare molti ostacoli prima di poter trovare il lieto fine. 

In commercio si trovano moltissime edizioni, ma io ho quella Leone Editore della quale vi riporto alcuni passi. 

La storia di Amore e Psiche


C'era una volta in una città un re e una regina. Avevano tre bellissime figlie ma, se le due maggiori, per quanto belle, era possibile descriverle con il linguaccia umano, la bellezza della più giovane era così straordinaria e sensazionale che non esistevano parole tali da renderle giustizia. Tantissime persone venivano ad ammirarla, non solo dalla sua città ma anche dagli altri paesi.


Psiche è la terza figlia di un re e di una regina che viene venerata come una dea per quanto è bella, tant'è che molti la chiamano proprio Venere.
La dea, infastidita da questo paragone, decide di mandare il figlio Amore per far sì che la bellissima fanciulla si innamori dell'uomo più brutto. 
Abbagliato dalla bellezza di Psiche, Amore si colpisce da solo con la freccia e si innamora così di lei: consapevole di non poterlo dire alla madre, è costretto a vivere il suo amore con Psiche segretamente e la conduce nel suo palazzo, nascondendole la sua identità e mostrandosi solo di notte.


Psiche lo ringraziò e felicissima gli disse: «Che io muoia cento volte, piuttosto che perdere te mio dolcissimo sposo! Io ti amo, chiunque tu sia ti amo disperatamente, più della mia vita, ti preferirei persino allo stesso Cupido.» 

Psiche,  persuasa dalle sorelle invidiose di lei, una notte illumina il volto dell'amato con una lampada ad olio. Ne resta affascinata, ma la lampada perde una goccia d'olio bollente che fa svegliare Amore all'improvviso: egli scappa, Psiche prova a fermarlo ma inutilmente; inizia così a cercarlo, ma interviene Venere che, per punizione, decide di sottoporla a varie prove.
Psiche riesce a superarle tutte grazie anche ad interventi divini. 
L'ultima prova che le spetta consiste nel chiedere a Proserpina, dea degli inferi, un po' della sua bellezza. Riesce ad ottenerla, ma cede nella tentazione di aprire l'ampolla: al suo interno c'è però in realtà un veleno che fa addormentare la fanciulla. 

Interviene Amore, che era tornato a cercare l'amata non potendo stare senza di lei, e preoccupato di perderla chiede aiuto a Giove che le offre dell'ambrosia che le regala l'immortalità.

La favola si conclude con il matrimonio tra i due e la nascita della loro figlia, Voluttà

Quindi le porse una coppa di ambrosia e le disse: «Bevi Psiche, sii immortale. mai Cupido sarà sciolto dal vincolo che lo unisce a te e queste per voi saranno nozze eterne.» 


Amore e Psiche nell'arte


La storia di Amore e Psiche è stata ripresa molto nel modo dell'arte. Sono molti gli artisti, pittori e scultori che hanno dedicato una loro opera a questi due personaggi. 

Una delle opere più famose è senza dubbio quella dell'artista Antonio Canova: il gruppo scultoreo in marmo bianco, realizzato tra il 1790 e il 1795 e intitolato Amore e Psiche, è attualmente conservato al Louvre. Una seconda copia si trova al Museo statale Ermitage di San Pietroburgo in Russia. 
Canova, commissionato dal colonnello John Campbell nel 1788, si ispira a un affresco di Ercolano, che raffigura una baccante abbracciata da un fauno, per dar vita alle sue sculture. 

La scultura di Canova rappresenta un momento ricco di pathos e di passione, il momento prima del bacio tra i due innamorati in cui Amore ammira il volto dell'amata Psiche tenendola tra le sue braccia. 
L'opera inizialmente riscuote qualche critica, perché viene considerata troppo barocca per quei tempi. Canova nel 1806 viene rimproverato da Carl Ludwing Fernow, critico di maggior spicco del periodo, di non aver dato una visione appagante dell'opera. Tra coloro che invece ben accolgono le sculture c'è il poeta inglese John Keats, che ammirando l'opera di Canova dà vita a un'ode, e il principe russo Nikolaj Jusupov, incaricato dall'imperatrice Caterina II di Russia di convincere Canova a entrare al suo servizio. Nonostante il rifiuto, Canova accetta però di realizzare una seconda versione. 

Tra le altre repliche realizzate, si ricordano quelle dell'allievo di Canova, Adamo Tadolin, autorizzato dal suo maestro. 

Tra i pittori che gli hanno dedicato attenzione, c'è Raffaello che dipinge, insieme ai suoi allievi, la loggia di Psiche nella Villa Farnesina. Essa è posta al pian terreno e i dipinti ritraggono la storia di Amore e Psiche in corrispondenza alla relazione di Agostino Chigi con Francesca Ordeaschi. Infatti, i lavori si concludono nel 1519, anno in cui Agostino Chigi e Francesca Ordeaschi convolano a nozze. 

Tra gli allievi di Raffaello c'è Giulio Romano, pittore che tra il 1524 e il 1534 dedica a questa storia un ciclo di affreschi. e li dipinge all'interno del Palazzo Te a Mantova. 

Alla fine dell'ottocento il pittore francese William-Adolphe Bouguereau dedica ad Amore e Psiche due quadri: Amore e Psiche bambini, 1890, e Il rapimento di psiche, 1895.

@Wikipedia
Amore e Psiche dipinti da William-Adolphe Bouguereau

Nessun commento:

Posta un commento