Recensione: "Teresa Filangieri. Una duchessa contro un mondo di uomini" di Carla Marcone - Un lettore è un gran sognatore | Blog di letteratura, storia, cultura, teatro

mercoledì 6 maggio 2020

Recensione: "Teresa Filangieri. Una duchessa contro un mondo di uomini" di Carla Marcone



Teresa Filangieri. Una duchessa contro un mondo di uomini
di Carla Marcone
Scrittura & Scritture
160 pagine | 13,50€



Teresa nacque nel 1826, nell'ultima stanza di una casa popolata dai fantasmi della scienza e della guerra. La sua infanzia, infervorata da storie di valorose gesta ed epiche battaglie, che il padre le raccontava davanti al fuoco nostalgico di un camino, esplorò mobili antichi e libri in latino. Così che al suo sangue normanno si mescolarono e saldarono le qualità scientifiche proprie del nonno Gaetano, eminente filosofo alla corte di Ferdinando, e la fierezza del soldato. 


La storia è ricca di personaggi, in particolar modo femminili, che sono ad oggi purtroppo dimenticati. Personaggi che hanno avuto un loro piccolo ruolo nella società del loro tempo ma che la storiografia ricorda davvero poco. E Teresa Filangieri è uno di questi. Nata a Napoli nel 1826, Teresa cresce in un’ambiente molto severo, con la nonna che ci tiene a darle un’educazione rigida affinché possa crescere con gli standard che il suo rango voleva. Il padre, che avrebbe desiderato un figlio maschio, la tratta come tale e la costringe a un matrimonio fruttuoso per la sua famiglia, ma non per Teresa che è costretta a nascondere i suoi veri sentimenti.
Dopo la morte prematura della figlia Lina, a soli dodici anni, Teresa si perde e non trova più un motivo per vivere, finché non capisce che il suo destino è quello di aiutare i poveri di Napoli, di dar loro modo di curarsi durante il colera che sta colpendo durante la città. E così Teresa, con tutte le sue forze, combatte fino a riuscire a costruire il primo ospedale pediatrico per malattie infettive della città, intitolato alla figlia Lina.


Per ultimo le apparve l'eterna giovinezza di Lina che le disse con voce chiara, cristallina come il mare negli occhi di un servo in livrea: «Mammina, il tuo cuore è puro».


Carla Marcone ha il merito di ridare lustro a questa donna coraggiosa con le sue parole. Con il suo romanzo, racconta al lettore quella che è stata la vita eroica di Teresa Filangieri. Non una donna qualunque, ma una donna capace di sfidare chiunque e qualunque pregiudizio sul suo sesso pur di raggiungere gli obiettivi prefissati, dedita alla beneficenza e all’aiutare il prossimo.
Con le sue doti descrittive, l’autrice trascina il lettore nella Napoli di quegli anni: non una Napoli bellissima, purtroppo, ma una città in cui regna la povertà, la prostituzione. Ogni parola sembra trascinarti in quei vicoli bui, sembra riportarti indietro nel tempo. E ciò è reso possibile anche all’uso frequente del dialetto napoletano, spiegato sempre a piè di pagina. Si evince perfettamente che dietro a questo romanzo c’è un accurato studio del periodo: ogni vicenda viene ben inquadrata dal punto di vista storico, con riferimenti a personaggi o fatti avvenuti realmente, che si mischiano a elementi di fantasia per rendere la storia più scorrevole. Attenzione però: lo stile di Carla Marcone può sembra a primo appiglio un po’ difficile, definirei la sua prosa quasi una poesia. Ma, superate le prime pagine, vi ritroverete a divorare il libro. 

Teresa viene ben delineata: sin da bambina, mostra il suo carattere forte, a tratti ribelle, in una società che la vuole sottomessa agli uomini. Il lettore entra subito in sintonia con la protagonista della storia: quando muore la piccola Lina, il dolore che prova Teresa è così pungente e ben descritto che è impossibile non sentire una morsa al cuore. Ma Teresa trova il coraggio di rialzarsi e di andare avanti, capisce che è destinata ad aiutare gli altri bambini. La sua bambina non c’è più, è vero, ma spiritualmente aiuta molto la madre in quella che sembra all’inizio un’impresa impossibile.


Nel corso del libro è impossibile non ritrovare riflessioni sul ruolo dell’uomo e della donna. Tutto ciò porta a riflettere, perché alcuni concetti possono essere traslati anche ai giorni nostri, purtroppo: molte donne vivono costrette a sentirsi inferiori, a pagare la semplice colpa di essere nate donne. E Teresa può essere considerata quasi un simbolo per tutte quelle donne che cercano di imporre la propria voce in un mondo in cui sono gli uomini a far da padrone.


A un uomo era reso tutto più facile, dalla società, dalla morale, dalle convenzioni e convinzioni, dalle leggi, dalla religione. Un uomo poteva permettersi di andare con tutte le donne del mondo e conservare la propria onorabilità, la dignità. Di sposare una donna e amarne un'altra, che se disgraziatamente gli sfornava un figlio, nella migliore delle ipotesi, era destinato alla ruota e al marchio degli Esposito. I senatori erano uomini, In Parlamento sedevano gli uomini. I prefetti, i sindaci e i vice sindaci, i generali e i colonnelli erano uomini, solo gli uomini: gli bastava un diploma del primo biennio elementare e quaranta lire per l'imposta. Gli uomini rimpinguavano il proprio bottino con la dote della moglie. Una volta Paolina le aveva detto: «Mia cara non dimenticate che potere è maschile!». E lei le aveva risposto: «Ma capacità è femminile!». 

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